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  1. pierbacco

    Letto in piemontese, Cota diventa «cuta»: la veste talare del prete ma anche -nell’uso antico – la gonna. Efficace l’accrescitivo «cotarion», usato spregiativamente per definire gonne molto lunghe, come quelle delle zingare.
    La lingua regionale del Piemonte è neolatina, con testimonianze scritte risalenti al XII Secolo. Ha una grammatica precisa, una nutrita serie di vocabolari (anche in rete) e non capisco perché i leghisti non li abbiano consultati prima di esporre errori di scrittura al polso degli acquirenti.
    Pierbacco

  2. Pier

    Non è che forse il “piemontese” è come il “milanese”, che si scrive a seconda di chi lo scrive, secondo le varie scuole, epoche ecc.
    Quello di Casale di Bra, di Cuneo o Vercelli è il medesimo ? Quale sarebbe la culla del piemontese “dove risciacquare …” ….. la Dora ? ma quale delle due ?
    Mi pare che lo snobismo intellettuale sia sempre dietro l’angolo.
    Se però i leghisti votassero PD o IDV allora quei cervelli e quelle persone sarebbero altamente intelligenti , vero ?
    Studiare il proprio o i propri dialetti locali accanto all’Inglese, Spagnolo, Tedesco e Francese non sarebbe certo un limite ma un arricchimento!
    Magari invece più Italiano corretto in televisione con meno romanesco.
    Pier

  3. pierbacco

    Oggi, 24 dicembre 2010, leggo (con un certro ritardo) il commento di Pier. Vorrei solo aggiungere che la lingua di koinè è il torinese, ma che le regole ortografiche consentono la perfetta scrittura di tutte le varianti locali.
    Queste costituiscono un’ulteriore richezza della lingua piemontese in generale.
    Ben venga l’imbuto come: ambossor, torcereul, ambotor, antoné ecc. ecc.

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