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Annozero

Annozero ha uno schema televisivo lento, fermo a cinque anni fa, mentre il mondo è ormai cambiato, c’è stato un 11 settembre di mezzo, i format TV si sono confrontati con le esigenze delle tv satellitari modificando tempi e metodologie di approccio con il pubblico. Invece Santoro torna e annacqua il suo fortunato Sciuscià  nella speranza di ritrovare il suo pubblico. Qualche nostalgico ritorna, ma i più hanno ormai tradito e seguono Floris.

E a ogni puntata c’è solo il pensiero di Berlusconi, il tarlo nella mente, come il proverbiale elefante. Il messaggio sembra dire: “Ora ascoltatemi, parliamo della finanziaria ma non pensate a Berlusconi, ok? Pensate alla finanziaria, ai problemi dell’Italia, non a quanto sia malvagio Berlusconi, ok? Pensate a tutto quello che volete, non a Berlusconi, intesi? Berlusconi no, capito?” Come fai poi a pensare al resto?

Ti ritrovi Bondi in trasmissione e non puoi fare a meno di trovarlo un poco simpatico, mentre viene sadicamente sbeffeggiato per la sua vena poetica, o l’aspetto fisico. Il portavoce ti riporta alla mente il compagno sfigato delle elementari, quello grassoccio e mite che subiva in silenzio le angherie dei compagni rubamerende. Assume qualcosa di particolare, un non so che di esotico nella grigia reprimenda di Santro.

Poi, tutto passa.