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Kapuscinski, cinico mancato

Kapuscinski1 «Una cosa è essere scettici, realisti prudenti. Questo è assolutamente necessario, altrimenti non si potrebbe fare giornalismo. Tutt’altra cosa è essere cinici, un atteggiamento incompatibile con la professione del giornalista. Il cinismo è un atteggiamento inumano, che allontana automaticamente dal nostro mestiere, almeno se lo si concepisce in modo serio.»

Si confidava in questo modo a un incontro con i suoi lettori Ryszard Kapuściński, maestro indiscusso del new journalism da poco scomparso. Le frasi riportate descrivono bene e con realismo il pensiero di un uomo mite, nato in Polonia nel 1932, fedele testimone in oltre trent’anni di attività giornalistica di 27 rivoluzioni e colpi di stato. Al reporter non interessavano solamente la politica e i giochi di potere, ma soprattutto le persone, i popoli del mondo.

Lucia Annunziata sulla Stampa e Andrea Nicastro sul Corriere hanno entrambi offerto un affezionato ricordo di Kapuściński, la cui morte è tuttosommato passata in tono dimesso nel grande circo dei media.

La scomparsa di un personaggio così importante per il giornalismo mondiale avrebbe potuto, forse dovuto, aprire un momento di riflessione sull’odierno ruolo dell’informazione. Sui reporter di guerra embedded a bàlia, o in balìa, degli eserciti; sui giornalisti lontani dai popoli del mondo, dalle loro esigenze e istanze, fonti non più primarie per un’informazione ormai omologata. Insomma, su tutto ciò contro cui si batteva Kapuściński, innamorato visceralmente della propria professione: «Oggi i media si muovono in branchi, come pecore in gregge; non possono spostarsi separatamente. Per questo, su tutto ciò che viene riportato, leggiamo e ascoltiamo gli stessi resoconti, le stesse notizie.»

I più grandi detrattori del giornalista polacco lo accusavano di avere un’idea romantica e ormai sorpassata del giornalismo. Kapuściński li smentiva con la forza dei suoi reportage, andando ogni giorno “là fuori”, per raccontare il mondo a chi lo sapeva ascoltare.

– Le due citazioni riportate nel post sono tratte da: Ryszard Kapuściński, Il cinico non è adatto a questo mestiere, Edizioni e/o, Roma 2000, rispettivamente a p. 50 e p. 58.
– Articoli citati di: Lucia Annunziata e Andrea Nicastro.
– Nel GR1 Rai delle ore 13 (24/01/07) Mimmo Càndito, storico inviato di guerra della “Stampa”, ha ricordato con efficacia Kapuściński. L’intervista è udibile dal minuto 21.53 disponibile in streaming sul sito del Giornale Radio Rai.