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400 volte Simpson

Con la puntata trasmessa domenica negli USA, la serie animata più famosa del mondo, “I Simpson”, ha raggiunto i 400 episodi. Ideati da Matt Groening nel 1987, i “gialli” hanno conquistato milioni di spettatori in tutto il mondo con le loro avventure strampalate e politicamente scorrette.
I Simpson sono la peggiore famiglia d’America e proprio per questo la più normale: certo, non saranno moltissimi i padri che cercano di punire il figlio strangolandolo, come fa regolarmente Homer col pestifero Bart (“Brutto bacarospo…”).

Per la creazione dei Simpson Matt Groening si ispirò alla serie animata “The Flintstones” di Hanna & Barbera, “aggiungendo un 70% di cattiveria in più”. La stessa sigla del cartone animato, l’intera famiglia di Springfield che corre a casa per accendere il televisore, è mutuata dalla storica sigla iniziale degli Antenati, yabbadabbadoo a parte.
In venti anni di storia, due all’interno del Tracey Ullman Show e 18 come serie animata autonoma, la più longeva serie TV degli USA ha fatto crescere una generazione che si ritrova nell’apatia di Homer, nella perfidia di Bart, nella saccente Lisa, nei continui mugugni responsabili di Marge e perfino nell’incessante rumore prodotto dal succhiotto di Maggie, l’eterna neonata. Ai due grandi vecchi della cittadina di Springfield, Abe Simpson e Montgomery Burns, è affidato l’oblio della Storia. Il primo, è il padre di Homer, un arzillo vecchietto perennemente colpito da afasia: nei suoi racconti, necessariamente barbosi e retorici, le epoche storiche si mischiano e si fondono creando storie parallele dove Lindberg ha combattuto a Gettysburg sconfiggendo Hitler. Il “nonno è pizzoso” e quindi merita di vivere in una casa di riposo dove “volergli bene a distanza”.
Il secondo “matusa” di Springfield è Montgomery Burns. Anche le sue memorie sono inutili per la Storia con la “S” maiuscola. Avido e crapulone, come Zio Paperone, Burns pensa unicamente al profitto affossando la Storia in minuscoli e futili episodi che l’hanno visto protagonista. Come per il Citizen Kane di Orson Welles, Burns è destinato a consumare la propria esistenza in un’enorme casa mausoleo isolata dalla “feccia” di Springfield.

Potrei probabilmente andare avanti all’infinito, nel corso dei 400 episodi il ruolo e l’esistenza di decine e decine di personaggi è stata scavata e minuziosamente approfondita, rendendo gli sconclusionati personaggi di Springfield degli amici, mediali e in due dimensioni, ma pur sempre amici.
Battuto il record di longevità, Matt Groening ha deciso di proseguire la produzione degli episodi almeno fino al 2009, quando la serie animata – nella versione autonoma – raggiungerà l’età record di 20 anni. Intanto, per celebrare la fortuna dei Simpson, dopo anni di esitazioni, il papà dei “gialli” ha deciso di realizzare un film per il cinema, che esordirà nelle sale nel luglio di quest’anno negli USA e in settembre in Italia.

Ultima curiosità, l’arcinoto “D’oh!” pronunciato da Homer è ormai entrato nell’uso comune dello slang inglese, tanto da conquistare uno spazio nel blasonato Oxford English Dictionary. Come direbbe Homer: “Miiiitico…”.