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Sopravvivenza natalizia

Prontuario di sopravvivenza natalizia.

Regali
I regali natalizi si dividono in molte categorie: utili, belli ma inutili, brutti e inutili, riciclati e “è proprio ciò che desideravo”. Quando vi danno il pacchetto, fregatevene del bon ton e apritelo sotto al naso di chi ve lo ha regalato. Non stracciate violentemente la carta regalo, ma non impiegateci nemmeno un secolo a rimuovere lo scotch con il chiaro intento di non rovinare la carta. Insomma, dimostratevi misuratamente in trepidazione: farete felice chi vi ha fatto il regalo e non passerete per i soliti tirchiacci che programmano già di riciclare la carta regalo.
Se si tratta di una sorpresa, e non di un regalo “telefonato”, nove volte su dieci si tratterà di un gingillo prendipolvere e vi verrà da domandarvi all’istante: «Che me ne faccio?». Cercate di mascherare questo quesito ontologico con un bel sorriso, non troppo forzato, ma attenzione agli occhi: evitate di spalancarli troppo, altrimenti la vostra messa in scena andrà a farsi benedire.
Lasciate perdere le solite frasi fatte: «Ma non ti dovevi disturbare!», «Grazie, non era il caso però!», «Miiii, non me lo sarei mai aspettato!». Un genuino e semplice «Grazie!» andrà benone.

Parenti
Natale significa anche rivedere parenti che, con precisione chirurgica, evitate di incontrare anche solo per strada nel corso degli altri 364 giorni dell’anno. Le principali frasi di saluto da evitare sono:
– “Ciao! Ti trovo benissimo…” Quasi sempre la risposta prevede una giaculatoria di mezz’ora sugli acciacchi del parente appena salutato.
– “Ehi! Ma ti trovo dimagrita/o!” Questa frase sottintende un “Certo che lo scorso anno eri proprio un/una trippone/a inguardabile”.
– “Ciao, ma quanto tempo!” Così rischiate di darvi la zappa sui piedi: al parente che poco sopportate e non vedete da un anno potrebbe balenare in testa l’idea di invitarvi a casa sua dopo le feste.
Evitate il “Salve!”, anche se alcune persone le avete sentite sempre e solo nominare per fama, sono pur sempre vostre parenti. Sforzatevi di dire sempre “Ciao” sia al pupetto che vi ha appena dato un calcione sugli stinchi sia alla vecchia carampana che brontola per la temperatura in casa.
Quando possibile, preferite un abbraccio rapido alla semplice stretta di mano e non chiacchierate a braccia conserte: denota la volontà di non instaurare un rapporto paritario con il vostro interlocutore. È pur sempre Natale.

Pranzi / Cene
Prima legge dell’abbuffata natalizia: non fatevi fregare dagli antipasti. La tendenza è, generalmente, quella di ingozzarsi di tartine, gamberetti, torte salate, insalate di pollo per poi arrivare già stremati al primo. Il secondo, spesso il vero piatto forte del pranzo/cena, si riduce al solito «Sono davvero pieno, dammene appena un assaggino».
Per scongiurare l’effetto abbuffata senza frontiere, se siete voi i padroni di casa, presentate i piatti con relativa calma. Ci sono già 200 pause pranzo all’anno in cui mangiare di fretta, almeno a Natale potete fare le cose con calma.
Se a metà pranzo iniziate ad avvertire un lieve formicolio al braccio sinistro e una fittarella al petto, è forse il caso di sospendere la libagione.

Buone Feste, gente!