Si celebra oggi la seconda giornata della lentezza. Con dovuta calma, scrivo sull’argomento a circa quattro ore dal suo termine. In osservanza al dogma, sto martoriando i tasti della tastiera con estrema lentezza, soppesando ogni singola d-i-g-i-t-a-z-i-o-n-e.
Il tema della giornata mi ha fatto tornare in mente un particolare personaggio che vive a Gimillan, un paesino sperduto tra i monti della Valle d’Aosta a pochi chilometri da Cogne (posto magnifico, insozzato dai media in maniera a dir poco vergognosa per un noto – pure troppo – delitto). Il valdostano in questione gestisce un piccolo negozietto di alimentari, un antro raccolto in una casetta sormontata dall’insegna blu "Commestibili e Vini".
Quest’uomo ha fatto della lentezza la propria filosofia di vita. Chiedere un etto di mocetta significa prendere le ferie nelle ferie. Chino sull’affettatrice, il bradipo montano sembra osservare l’infinito spazio che Zenone avrebbe potuto trovare tra la lama della macchina e il salume da affettare. Zin… … … Zin… … … Zin… Serafico, l’ometto lavora con estrema lentezza, con la calma placida e maestosa delle stagioni che lassù a 1.800 metri si rincorrono dalla notte dei tempi.
Una quindicina di minuti per avere il tanto agognato affettato.
Ecco. Oggi, che è il giorno della lentezza, mi piace immaginare che quel tizio dei commestibili e vini abbandoni la sua tipica letargia per passare la giornata a fare tutto di corsa, senza sosta e a perdifiato. Una meravigliosa antitesi per una persona che, forse, ha davvero capito tutto dalla vita. Zin… … … Zin… … … Zin…
mi affretto a rallentare!
marina
Io sono un “bradipo” di default
pertanto ho sentenziato che quella di oggi
era, in sostanza la MIA giornata
e ho festeggiato molto l-e-n-t-a-m-e-n-t-e…
Un sorriso lentissimo, allora…
Bel post, merita una riflessione lenta e seria, in questi tempi iperveloci. Troppo veloci…
Ciao!
La fretta in funzione della produzione che non deve mai rallentare…
Il tempo e’ denaro- ed infatti i Presbiteriani combattevano l’ozio al punto da puntare il dito e cacciare via dalle proprie congregazioni e villagi i ‘devianti’ oziatori: ozio (come lentezza) come indicazione che non sei destinato al Pardiso (credevano nella pre-determinazione e nel denaro come segno di essere ben ‘destinato’ ).
Poi la fretta non ci permette piu’ di ‘ascoltarci’ e dobbiamo quindi delegare la nostra salute agli ‘specialisti’… se siamo incapaci di sentire il nostro corpo che ci dice ‘troppo’ – ‘ho bisogno di riposo’, e ci impediscono di rallentare… Ma certi comportamenti auto-lesionisti -come certi linguaggi- sono cosi’ ingranati nel “normale’ che non ce ne accorgiamo piu’…..
Anecoico: suvvia sbrigati a fare la schedina, che’ domani si gioca….
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