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Papato potato

Si parla molto in questi giorni della decisione dell’amministrazione comunale di Genova di abbattere diciassette alberi secolari nella centrale via Diaz. Alcuni hanno infatti collegato la mattanza verde con l’imminente arrivo del Papa, in tournée nel capoluogo ligure il 18 maggio. Scrive Andrea Beggi:

Questo week-end il Papa è in tournée a Genova e si sta allestendo un palco in Piazza Della Vittoria. Peccato che a farne le spese sono stati gli alberi che avevano la colpa di oscurare il palco da cui officerà i suoi riti di massa.

Il grande e largo spartitraffico in via Diaz è diviso in tre sezioni: in quella a est davanti alla questura ho contato 7 alberi tagliati, e 5 nel lato ovest di fronte al Liceo D’Oria. Nella sezione centrale non è dato sapere, perché il prato è stato coperto da un tavolato di legno.

Arriva il Papa e subito giù a tagliare alberi per aprire la visuale ai fedeli e lasciare che tutta Genova e il mondo intero possano osservare Benedetto XVI. Forse no.

Un albero, specie se secolare, non andrebbe mai tagliato, né per l’arrivo del Papa, né tanto meno per un concerto del primo maggi. Ma se gli alberi in questione sono malati e rischiano di schiantarsi al suolo, magari causando qualche vittima o gravi incidenti, o di contaminare piante ancora sane, non resta che armarsi di motosega e giustiziare le chiome. E sembra proprio che gli alberi di via Diaz a Genova fossero prossimi alla fine.

Sul Secolo XIX, Gaudenzio Paola, docente in Scienze della Natura all’Università di Genova, ha esaminato i resti della potatura in via Diaz e i documenti prodotti dall’assessorato all’ambiente e dal Comune. Competente e ben voluto dalle associazioni ambientaliste, il prof. Paola ha emesso il suo verdetto [pdf]:

Il leccio è un albero che può essere insidioso. Se ha delle lesioni, a volte dall’esterno non si vede nulla finché non c’è un cedimento strutturale. Come successe anni fa nel parco di villa Duchessa di Galliera. Una donna morì. […] Sì, penso che i lecci andassero abbattuti. Certo, sulla scelta del momento non mi pronuncio. Bisogna, però, pensare una cosa: in città gli alberi vivono meno, anche la metà. Questi non erano lecci secolari. Avevano al massimo cento anni. Qui bisogna fare una distinzione: si può voler salvare il singolo esemplare, ma allora i costi di manutenzione aumentano a dismisura quando l’albero invecchia. Se, invece, si vuole avere una migliore qualità di verde urbano spendendo anche meno, forse è meglio fare come a Parigi dove le piante vengono comunque sostituite quando arrivano a 50 anni. […] Quelle piante ormai non potevano guarire.

La maggior parte degli alberi si sarebbe ammalata nel corso degli ultimi anni a causa dei cerambicidi, coleotteri estremamente famelici che si intrufolano nei tronchi mangiandone l’interno che, ormai compromesso, tende a marcire rendendo l’albero instabile e sempre meno sano.
Come emerso circa una settimana fa nel corso del consiglio comunale di Genova, l’abbattimento degli alberi in via Diaz era già stato disposto da tempo, ma l’arrivo del Papa e la necessità di riorganizzare rapidamente lo spiazzo prospiciente al palco avrebbe accelerato i tempi, portando all’eliminazione dei lecci malati prima del previsto.

Resta da chiedersi: il comune avrebbe potuto muoversi meglio? Certo che sì: una maggiore trasparenza nella procedura avrebbe sicuramente consentito una informazione più documentata e seria per i cittadini, inoltre le associazioni civiche avrebbero potuto monitorare le procedure di abbattimento invece di scoprire da un giorno all’altro che i lecci erano spariti da via Diaz.