Site icon cattivamaestra

Paleocartoni animati

Cartoon Sfondi acquerellati, linee nitide e molto semplici, personaggi stralunati colti da improvvisi raptus e dalla frenesia di salvare la pellaccia in ogni episodio. Erano questi i cartoni animati di un tempo, piccole opere d’arte eseguite a mano da uno stuolo di disegnatori che, fotogramma dopo fotogramma, davano vita ai beniamini di grandi e piccini. I computer ancora non esistevano, se non in versioni fantastiche e fantascientifiche proprio all’interno degli stessi cortometraggi animati.

Cattivi, crudeli e antibuonisti. Avevano deciso di crearli così alla Warner i cartoni animati: un prodotto divertente e spensierato agli antipodi rispetto al buonismo di fondo dei primi cortometraggi targati Disney. Disegnati dal 1931 al 1969, i cartoni animati Merrie Melodies appassionarono – e appassionano – intere generazioni con le incredibili peripezie di animali antropomorfizzati e corredati di tutti i peggiori difetti della specie umana. Iracondi, violenti, subdoli, meschini, ma irresistibili e divertenti.

Per rivivere il magico incanto dei paleocartoni animati, nel 2006 gli studi cinematografici Frederator hanno avviato il progetto ReFrederator.com. Collegandosi al sito è possibile visualizzare in podcast, o scaricare direttamente sul proprio PC, una infinità di cartoon nella loro versione originale in alta qualità. Un’occasione da non perdere per rivedere, o incontrare per la prima volta, il genio dei primi cartoonist di Hollywood.

I cattivissimi personaggi dei cartoni animati Warner e Hanna & Barbera furono la principale fonte di ispirazione per Grattachecca e Fichetto (Itchy & Scratchy), la serie animata di cui sono fan sfegatati Bart e Lisa Simpson. I due personaggi agiscono nel pieno cliché dei cartoon di un tempo, dandosele di santa ragione. Ma, a differenza dei loro antenati, Grattachecca e Fichetto rappresentano realisticamente gli effetti dei loro combattimenti, con un fiorire costante di budella, arti sminuzzati e fiotti di sangue color pomodoro che invadono lo schermo. Ma questa è un’altra storia…