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Brunetta e i governi di unità nazionale

Ciao, sono Emanuele e ieri ho guardato per qualche minuto Porta a Porta. Ed ero sobrio.

Rispondendo a una domanda di Riccardo Barenghi sull’opportunità di creare un’ampia coalizione per superare l’attuale crisi, il ministro Renato Brunetta ha risposto col suo solito modo di fare dicendo che «i governi di unità nazionale sono stati la disgrazia di questo paese e che il debito è stato prodotto proprio dai governi di unità nazionale». In studio c’era anche Enrico Letta del PD, che ha provato a smentire il ministro e apriti cielo. Brunetta ha ribadito il concetto e non c’è stato verso di fermarlo.

Ma davvero i governi di unità nazionale sono stati una disgrazia per i conti del nostro paese come dice Renato Brunetta? Nella nostra storia repubblicana recente un cosiddetto governo di unità nazionale fu sostanzialmente il terzo governo Andreotti, in carica dall’estate del 1976 al marzo del 1978. A guardare il grafico realizzato qualche tempo fa da quelli de Linkiesta non si direbbe che in quel periodo ci furono enormi disgrazie per i conti pubblici, specialmente se si fa il confronto con gli anni Ottanta e i governi certo non di unità nazionale di Craxi. All’epoca il rapporto tra deficit e PIL passò dal 65 per cento all’84,5 per cento. E chi fu uno dei consiglieri economici dei due governi Craxi? Renato Brunetta, l’economista che racconta di aver mancato per poco il Nobel. Ops.