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il blog di emanuele menietti

petrolio

Il più grande serbatoio di petrolio del mondo

19 Giugno 2010

Ma dalle parti della Louisiana a che punto sono col petrolio? Ci affogano dentro, almeno stando alle ultime notizie sul Post (non sono in molti in Italia a occuparsi del pasticciaccio brutto del Golfo).

Al momento l’unica strategia messa in campo dalla BP è quella della cannuccia nel bicchierone stile McDonald’s. Con una intricata serie di tubi e valvole il petrolio viene aspirato e stivato in una nave, solo che lo spazio delle petroliere utilizzate non è infinito, così l’equivalente di diverse migliaia di barili di petrolio finisce ogni giorno in acqua. L’oro nero disperso viene in parte bruciato, cosa che secondo gli ambientalisti porta alla dispersione di fumi tossici che appestano anche l’aria.

Non se la cavano meglio flora e fauna:

Finora 639 uccelli sono stati ritrovati ricoperti di petrolio, di cui solo 42 sono stati rimessi in libertà; più di 100 tartarughe, di cui solo tre sono già tornate in mare. E diverse associazioni ambientaliste continuano a sostenere che i danni agli animali sono irreversibili, consigliandone l’uccisione. La conta degli animali coinvolti è tra l’altro solo una piccola parte del disastro, che come ipotizzato dalla Guardia Marina avrà conseguenze sulla zona per anni.

L’impressione è che quelli della BP continuino a muoversi a vista seguendo la strategia delle prove ed errori come dei provetti macachi. Al momento la soluzione migliore sembra essere quella proposta da Stephen Colbert: «Una volta tolta la poca acqua rimasta nel Golfo potremo costruire il più grande serbatoio di greggio del mondo. Problema risolto. Grazie BP!».

Posted in: eco-logico Tag: ambiente, bp, greggio, inquinamento, louisiana, petrolio, stati uniti, stephen colbert

Petrolio di gomito

10 Giugno 2010

Su Newsweek si chiedono: ma ha senso ripulire gli uccelli e le tartarughe zuppi di petrolio della Louisiana? Secondo diversi ricercatori, gli animali subiscono un enorme stress quando vengono catturati e sottoposti alle lunghe ore di lavaggio necessarie per rimuovere tutta la fanghiglia oleosa. Il trauma non è indifferente e spesso gli animali rimessi in libertà non si riprendono del tutto e muoiono dopo alcune settimane.

Naturalmente non tutti gli animali reagiscono allo stesso modo allo stress, né vanno incontro a ore e ore di pulizia. I pennuti sono i più difficili da trattare, altre specie come le tartarughe se la cavano meglio. Bisognerebbe scegliere caso per caso, ma la certezza di garantire un futuro che duri qualcosa di più di un paio di settimane a un animale liberato dal petrolio pare proprio non possa esserci.

L’articolo di Newsweek mi ha fatto tornare in mente una pubblicità in cui mi ero imbattuto lo scorso anno vai a sapere come. Lo spot è della marca di detersivo per piatti Dawn e mostra come il prodotto possa essere utilizzato per ripulire gli animali sporchi di petrolio. Il detersivo viene utilizzato da volontari ed esperti da oltre 30 anni e quelli di Dawn sfruttano la cosa per farsi un po’ di pubblicità, a fin di bene, dicono loro. Coscienza pulita.

Posted in: eco-logico Tag: ambiente, animali, dawn, detersivo, louisiana, mare, petrolio
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