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La messa per gioco

Rosybindi

– Lei una volta ha detto che all’asilo ci sarà andata tre giorni in tutto.
«È vero. Volevo stare con mia madre. E poi ero una bambina solitaria. Avevo degli amici immaginari, come “Marcellino pane e vino”. Giocavo da sola a dire messa.»
– Come, come?
«Se fossi nata maschio avrei fatto il prete. Conoscevo il rito a memoria, tutti i gesti dei sacerdoti. Mi arrabbiavo da morire quando scoprivo che mia madre mi spiava durante le fanta-funzioni.»

[Vittorio Zincone domanda, Rosy Bindi risponde]