Da aggiungere alle ineffabili iniziative parlamentari del Movimento 5 Stelle, dopo il grano saraceno, c’è quella molto scombinata sui vaccini. In un proposta di legge presentata nello scorso gennaio “sull’informazione e sull’eventuale diniego dell’uso dei vaccini per il personale della pubblica amministrazione”, sono riportate inesattezze e affermazioni parascientifiche, tipo questa:
Recenti studi hanno però messo in luce collegamenti tra le vaccinazioni e alcune malattie specifiche quali la leucemia, intossicazioni, infiammazioni, immunodepressioni, mutazioni genetiche trasmissibili, malattie tumorali, autismo e allergie.
Le “mutazioni genetiche trasmissibili” messe così fuori contesto fanno abbastanza ridere, se non fosse che si tratta di un testo presentato in Parlamento. Qui trovate un po’ di informazioni sulla vera storia vaccini-autismo, frutto di una delle più grandi frodi scientifiche di sempre.
Da ieri sera circola molto sui social una proposta di legge dei deputati del Movimento 5 Stelle che fanno parte della Commissione agricoltura della Camera per l’inasprimento delle pene “in materia di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari”, presentata l’estate scorsa. Nella proposta dei 5 Stelle, da sempre apertamente contro gli OGM, si legge che i consumatori si illudono di usare prodotti made in Italy, mentre in realtà ignorano l’effettiva provenienza dei cibi che mangiano. E per chiarire come buona parte dei prodotti provengano in realtà dall’estero, dal M5S viene fatto questo esempio:
La pasta venduta in Italia è prodotta per un terzo con grano saraceno.
Naturalmente l’utilizzo di grano saraceno nella pasta non costituisce una contraffazione alimentare per il made in Italy. Il grano saraceno non ha una provenienza “saracena” (aggettivo che indica di tutto) ed è un tipo di poligonacea prodotto e utilizzato da secoli in diversi piatti della tradizione italiana. È originario dell’Asia centrale e viene coltivato nei paesi freddi perché è più resistente di altre erbe. In Italia è presente da tempo nelle vallate alpine, veniva usato come mangime negli alpeggi e per produrre una farina, nemmeno di grande qualità, a scopo alimentare. Inoltre, non risulta da nessuna parte che la pasta prodotta in Italia sia fatta “per un terzo con grano saraceno” come hanno scritto quelli del M5S nella loro proposta di legge. Sarebbe antieconomico per i produttori.
Lo strafalcione è stato ripreso e commentato molto online, con prese in giro e valutazioni di vario tipo sulla scarsa preparazione dei deputati del M5S su argomenti di questo tipo. Il testo della proposta di legge sembra del resto indicare che i suoi estensori siano convinti del fatto che il grano saraceno si chiami così perché non viene prodotto in Italia.
La faccenda era già stata segnalata lo scorso aprile su un blog che si occupa di agricoltura. Filippo Gallinella, il primo firmatario della proposta di legge, rispose spiegando che il testo presentato alla Camera conteneva un refuso: il M5S non voleva dire “grano saraceno” ma “grano straniero”. L’errore era già contenuto in una relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale, la frase è stata estrapolata e usata così com’era nella proposta di legge M5S (che a pagina 2 ha anche un notevole “perseguitabili” invece di “perseguibili”).
Si può quindi prendere per buona la versione del refuso, anche se – a maggior ragione – sarebbero bastati qualche verifica in più e un po’ di buon senso per non ripetere l’errore della relazione. Se lo trascrivi così com’è vuol dire che lo condividi. Nel passato recente, del resto, il Movimento 5 Stelle ci ha abituati a dichiarazioni piuttosto eccentriche su temi legati alla scienza, all’ambiente e all’alimentazione. La sua capogruppo al Senato non ha escluso che possano esistere le scie chimiche, il gruppo parlamentare del M5S si è detto a favore del trattamento Stamina, una deputata ha detto di credere alle sirene (sì, quelle tipo Ariel), un deputato è convinto che negli Stati Uniti impiantino microchip sottopelle per controllare la popolazione, e Beppe Grillo tra le tante dice che negli Stati Uniti puoi andare in un ufficio pubblico per chiedere la stampa di una casa 3D.
Lista delle cose che sento da sempre dire in tv nelle ore di attesa dei risultati elettorali.
I primi intervistati
– Aspettiamo i dati reali.
– È troppo presto per fare previsioni, sappiamo come è andata altre volte.
– Ci risentiamo tra un’ora.
– Il dato dell’affluenza è un primo segnale, per tutti.
– Ha comunque vinto l’astensionismo.
Gli inviati nelle sedi di partito
– Qui c’è un clima di grande attesa.
– Per ora ci sono poche persone, ma la sala si sta riempiendo.
– Ci siamo persi X, era qui fino a poco fa, adesso lo cerchiamo.
– Scusi, X, siamo in diretta, ora, venga.
– X non ha l’auricolare, ripeto la domanda da studio.
– X è ancora chiuso nel suo ufficio dove sta seguendo lo scrutinio.
– Gira voce che potrebbe arrivare anche Y per un breve discorso.
– Non vi sento.
– Ma siamo in onda?
– Ecco, ecco, è arrivato X, ma la nostra telecamera non lo può inquadrare perché non si può muovere.
Gli inviati al ministero dell’Interno (che potrebbero avere gli stessi dati consultando il sito dell’Interno dalla redazione)
– Qui i dati arrivano molto lentamente.
– Siamo ancora a solo X seggi su Y, se volete ho il dato parziale di Maccastorna.
– Il dato delle proiezioni è diverso da quello reale parziale, del resto è inevitabile.
– Sta per parlare il ministro dell’Interno per dare il dato dell’affluenza, che comunque abbiamo già visto sul sito del ministero.
– Non vi sento.
– Ma siamo in onda?
– È ancora tutto molto lento.
Gli intervistati del bicchiere mezzo pieno
– È comunque una vittoria.
– Abbiamo preso meno voti rispetto alle politiche, ma siamo comunque cresciuti nelle nostre regioni di riferimento.
– È sicuramente un segnale, ma bisogna guardare al voto nel suo complesso.
– È sicuramente un segnale, ma bisogna guardare il voto nel dettaglio, il dato di X e di Y ci dice che ci sono interi pezzi d’Italia con noi.
Quelli appesi all’ultima speranza
– I dati che mi hanno comunicato dal partito sono diversi, vedrete che ci sarà un cambiamento nell’andamento dei voti.
– Fino all’ultimo voto scrutinato può succedere di tutto, soprattutto nelle circoscrizioni dove siamo più forti.
– L’ultima volta abbiamo recuperato nelle ultime ore di scrutinio.
– Siamo più forti nelle regioni dove storicamente i dati sono comunicati con più lentezza.
Le parole più ricorrenti
Forchetta, forbice, dato reale, proiezione, campione, commento, a caldo, un flash, exit poll, colleghiamoci, ricolleghiamoci, sentiamo, per cento, all’ultimo voto, emiciclo, europeo, a sorpresa, lunga notte.
Gli autocritici (pochi)
– Non abbiamo saputo comunicare le nostre idee.
– Si dovrà fare un’analisi più approfondita del voto, ma è chiaro che gli elettori ci chiedono alcuni cambiamenti, e rapidamente.
– Speravamo in un risultato migliore, dobbiamo ripartire da prima del voto e capire che cosa non ha funzionato.
– Dovevamo comunicare meglio in che cosa siamo alternativi al resto dell’offerta politica.
– Abbiamo pagato per i nostri errori in campagna elettorale.
Quelli che danno spiegazioni creative o elusive (tanti)
– In termini assoluti siamo andati meno bene, ma in termini relativi c’è una nostra chiara e netta affermazione.
– Abbiamo preso meno voti della volta scorsa, ma più voti di quanto dicevano i sondaggi ed è quindi ugualmente un’importante vittoria.
– Certo, gli elettori ci hanno dato un segnale, ma non dimentichiamo che da domani in Parlamento si parla del disegno di legge X.
– È andata meno bene di quanto speravamo, ma non possiamo trarre una valutazione di politica nazionale su elezioni europee.
– Avevamo detto che avremmo vinto e abbiamo vinto, anche se non siamo arrivati primi.
– Il voto in un giorno solo ci ha penalizzati, soprattutto al nord / centro / sud.
– Nonostante la par condicio, ci hanno dato meno spazi degli altri in campagna elettorale.
– Con una campagna elettorale più lunga avremmo sicuramente fatto meglio.
– La vera sfida sono le prossime elezioni.
C’è un post che in molti in queste settimane avrebbero sperato di vedere pubblicato da Beppe Grillo sul suo blog, fa più o meno – e apocrifamente – così.
Il MoVimento 5 Stelle ha vinto le elezioni, siamo la prima forza politica in Italia, gli altri sono morti, tutti. Li vedete, no? Sono stati travolti dallo tsunami: potevamo arrivargli alle caviglie e invece li abbiamo presi e sfracellati sugli scogli. Pdl, Pdmenoelle, Rigor Montis, lo psiconano, tutti quanti. Tutti, tutti. Sono scorfani rimasti fuor d’acqua che si dimenano, che boccheggiano prima di marcire completamente, prima di finire in una scadente e maleodorante zuppa di pesce.
Sono finiti, non ci facevano paura prima e non ce ne fanno adesso. Non hanno ancora capito cosa gli sta succedendo intorno, e quando lo capiranno sarà troppo tardi per loro. Noi invece abbiamo capito benissimo: abbiamo avuto un risultato incredibile e abbiamo fatto tutto da soli, e adesso abbiamo davanti la più grande occasione per cambiare questo paese allo sfascio.
Ma se non faremo un governo sprecheremo l’opportunità e questi pesci marci si metteranno d’accordo, faranno una nuova porcata elettorale, risalteranno in acqua e si faranno un altro giro. Non ce lo possiamo permettere e non perdoneremmo mai a nessuno, in primo luogo a noi stessi, il ritorno dello psiconano e della sua banda di impresentabili.
Per questo motivo il MoVimento 5 Stelle darà l’appoggio necessario per fare passare la fiducia a un governo che sia espressione del MoVimento e del Pdmenoelle. Ma senza accordi, senza inciuci, senza porcate. Basta, non ne possiamo più. Il M5S ha un suo programma, lavorerà per farlo rispettare e voterà le leggi che sono in sintonia con i suoi punti.
Lo zombi-segretario del Pdmenoelle lo deve capire chiaramente: quello del Senato non sarà un regalo, la fiducia se la dovrà meritare ogni giorno. E controlleremo tutto, sempre, ovunque. Alla prima cazzata il M5S sfiducerà il governo e riporterà lo zombi nella tomba. Il MoVimento 5 Stelle non scherza. Bersani, ti terremo per le palle, stai attento.
Domani vado a votare e voto il Partito Democratico.
Voterò con un misto di rassegnazione e scarsa convinzione, indubbiamente anche per mancanza di altre valide alternative. Se avesse vinto Matteo Renzi, candidato che invece ho votato con convinzione alle primarie lo scorso anno, ora avrei forse qualche dubbio in meno nell’affidare (ancora una volta) il mio voto al PD. E forse con la sua vittoria ci saremmo evitati la campagna elettorale più brutta dei tempi recenti, lo sconfortante ritorno più ripresa elettorale annessa di Silvio Berlusconi, la candidatura – seppure coraggiosa – di Mario Monti e una crescita impressionante del Movimento 5 Stelle. Ma le cose sono andate diversamente e del resto se il mio bisnonno avesse avuto le ruote eccetera.
Quando Mario Monti ha annunciato la propria candidatura ho guardato con interesse alla sua proposta, convinto che fosse sinceramente nata per dare un presidio alle cose fatte nell’ultimo anno (che abbiamo fatto noi, tutti, come sanno le nostre buste paga e compagnia). Cose durissime e difficili, che ci hanno evitato di affogare sul serio. Poi Monti ha spiegato che si sarebbe presentato insieme con Casini e Fini, e le cose per me si sono complicate. Parlare di rinnovamento della politica, di riforme e quant’altro con alle spalle le ombre di due dei politici che sono tra quelli rimasti in assoluto più tempo in Parlamento e che, nonostante ciò, si sono dimostrati incapaci di fare quelle riforme mi è sembrato e continua a sembrarmi stonato. Presentarsi con FLI e UDC è stata un’idea sbilenca, conservativa e poco coraggiosa, immagino figlia di un certo calcolo politico, che darà meno frutti di quanto Monti sperasse. E mi spiace per persone brave e competenti come Marco Simoni e Andrea Romano.
Per qualche settimana ho pensato di superare il problema votando Lista Civica alla Camera, dove Monti si presenta da solo, e PD al Senato dove la lista di Monti è unica con Casini e Fini. Dopo lunga riflessione, la più complicata che ricordi da quando posso votare, sono però arrivato alla conclusione che non avesse senso fare così: sono uno di quelli che ancora crede nelle vocazioni maggioritarie, mi piacerebbe un sistema bipartitico o per lo meno un bipolarismo moderno, stabile e affidabile come c’è in altri paesi. Il centro, insomma, no.
Voto PD anche se mi ha messo primi in lista in Piemonte Cesare Damiano e Vannino Chiti, che sono distanti anni luce dalla mia idea di rinnovamento.
Voto PD perché Pier Luigi Bersani è fino a prova contraria persona credibile e onesta. E avercene.
Voto PD perché è l’unico partito grande, con un progetto credibile e che esisterà ancora tra cinque anni, mentre gli altri vai a sapere.
Voto PD anche se ha fatto una campagna elettorale dimenticabile, sulla difensiva e con messaggi tremendi come quello del giaguaro da smacchiare (davvero, anche basta).
Voto PD perché confido che Pier Luigi Bersani abbia capito che è l’ultimo giro per la sua generazione, che il partito ha davanti un difficile compito di transizione e di passaggio morbido – non traumatico (che sarebbe stato a mio modo di vedere più efficace) come sarebbe stato con una vittoria di Renzi – verso qualcosa di diverso, che chiuda con una certa idea ormai paludata e inadeguata ai tempi attuali di sinistra.
Voto PD perché non c’è alternativa e perché una certa rotta va tenuta, anche se la tentazione di fare una barca nuova dopo il disastro di un naufragio è molto forte.
Voto PD perché è l’ultima volta che lo faccio se non ci sarà il cambiamento, che penso sia più probabile da realizzare se intanto la coalizione di Bersani sarà al governo.
Voto PD senza grande convinzione, con rassegnazione e sentendomi come quelli che cercano da anni di smettere di fumare e si dicono tanto è l’ultima.
Voto PD, per me è l’ultima chiamata e spero che facciano in modo di meritarselo.
Negli ultimi mesi del 2012, un gruppo di giornalisti scientifici, blogger, ricercatori ed esperti aveva chiesto ai candidati alle primarie del centrosinistra di rispondere a sei domande sulla scienza per conoscere le loro posizioni su diversi temi, dai progetti per rilanciare la ricerca in Italia agli OGM passando per il fine vita. Nei mesi seguenti il progetto, che si chiama Dibattito Scienza, è andato avanti con una nuova iniziativa indirizzata ai candidati di coalizione alle politiche di fine febbraio. Sono state formulate dieci domande sulla scienza per Silvio Berlusconi, Beppe Grillo, Mario Monti, Oscar Giannino, Antonio Ingroia e Pier Luigi Bersani. Purtroppo solo gli ultimi tre candidati hanno risposto alle domande (trovo l’assenza di Monti sorprendente e deludente), cosa che conferma quale grado di considerazione abbiano i temi scientifici presso la politica.
Come era già successo per le primarie, leggendo mi sono reso conto che le risposte di Bersani, Giannino e Ingroia sono discorsive e spesso zeppe di informazioni superflue, che non aiutano a farsi rapidamente un’idea di quali siano i progetti dei candidati per la scienza nel nostro paese. Ho riassunto e ridotto ai minimi termini le loro risposte per fare un po’ d’ordine. Potete leggere le sintesi delle risposte qui sotto, ricordando che per approfondire potete sempre leggere le versioni complete sul sito di Dibattito Scienza.
1.Investimenti, meritocrazia, trasparenza: quali provvedimenti intende adottare per il rilancio di università e ricerca pubblica?
Bersani – Riattivare investimenti con risorse derivanti dalla spending review, dalla riforma delle pensioni e dalla ridefinizione delle spese per la difesa. Programma nazionale per il merito finanziato con 500 milioni di euro dal fondo ordinario per l’università. Trasparenza con portali online per la ricerca e per la valutazione dei progetti, ma non dice con che risorse.
Giannino – Superare dualismo pubblico – privato, incentivando ricerca di qualità. Aumentare e ripensare finanziamenti all’università, includendo investimenti privati con forme di detassazione. Merito va premiato tra chi studia e tra chi insegna (stipendi sulla base dei risultati).
Ingroia – Affermare valore universale di scuola, università e ricerca, anche con gli investimenti. Non spiega come o con quali risorse.
2.Quali provvedimenti concreti intende adottare per favorire l’innovazione e l’investimento in ricerca delle imprese private?
Bersani – Piano di innovazione industriale attraverso Agenda digitale (governo Monti), green economy, tecnologie applicate a beni culturali e scienza della vita. Finanziamento di ricerca e innovazione al posto di incentivi, creare una piattaforma finanziaria con denaro pubblico e privato con opportune garanzie sull’impiego dei fondi.
Giannino – Rimuovere di ciò che impedisce l’investimento in ricerca e sviluppo (come leggi che limitano certi ambiti, esempio: le biotecnologie), creare clima pro-investimenti (riformare giustizia per certezza del diritto), eliminare barriere tra pubblico e privato e rivedere sistemi di assegnazione dei fondi alla ricerca.
Ingroia – Liberare le piccole e medie imprese dalla burocrazia e dalla malavita, premi fiscali per chi investe in ricerca. Puntare sulla qualità e sull’economia pulita. Non spiega come.
3.Le direttive 20-20-20 definiscono le politiche energetiche europee. Quali azioni concrete intende adottare per garantire all’Italia un piano energetico in grado di migliorare l’efficienza e minimizzare l’impatto ambientale e il costo dell’energia?
Bersani – Rendere fissa la detrazione fiscale del 55% per l’energia pulita, incentivi non scaricati su bollette, ma su fiscalità generale. Intervenire sul sistema del gas con nuove infrastrutture, ma non dice con quali risorse. Borsa dei carburanti per prezzi più trasparenti, basta con la separazione tra amministrazioni per lo sviluppo e per l’ambiente.
Giannino – Carbon tax (ecotassa) stabile che incentivi le aziende a investire in energia pulita, lasciando scegliere il come al mercato. Concorrenza più sana con regole chiare, ma meno “logica pianificatoria” della politica. Riqualificazione energetica degli edifici.
Ingroia – Piano energetico sostenibile per una rivoluzione energetica entro il 2050, abbandonando i combustibili fossili. Ecoprestito per efficenza energetica nell’edilizia, riduzione dei consumi energetici, stabilizzazione delle detrazioni fiscali al 55 per cento.
4.Come intende occuparsi della produzione, gestione e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, per migliorare l’impatto su ambiente e qualità della vita?
Bersani – Prevenire la produzione dei rifiuti con 5 programmi: riduzione imballaggi, incentivi alla ricerca, ridurre rifiuti prodotti dalla pubblica amministrazione (PA), sistemi per determinare il ciclo di vita della materia, privilegiare acquisto di prodotti “verdi” nella PA. Migliorare la differenziata a partire dal prelievo dei rifiuti, sfruttamento biomasse. Non dà stime su costi e tempi del programma.
Giannino – Aprire il mercato del riciclo alla concorrenza, per umido e inerti meglio un mix di soluzioni (termovalorizzatori, gassificazione, discarica…) teso a un’apertura molto normata e controllata verso la concorrenza.
Ingroia – Incentivare riuso e riciclo, liberalizzazioni per la raccolta di determinati rifiuti. Togliere la gestione dei rifiuti ai centri di potere e alla criminalità organizzata, ma non dice come.
5.Quali misure concrete intende adottare per la messa in sicurezza del territorio nazionale dal punto di vista sismico e idrogeologico? E quali per stimolare il settore edilizio conciliandolo con la salvaguardia del territorio e la lotta alla criminalità organizzata?
Bersani – Mettere in sicurezza il territorio, programmare la prevenzione, basta spese solo in emergenza, ma non dice con che risorse. Procedure di appalto più semplici, ma con requisiti più alti, tracciare pagamenti, contrasto abusivismo, ma non dice come.
Giannino – Valutare costi e benefici delle norme di messa in sicurezza del territorio vigenti, eliminando quelle inutili. Obbligo di assicurare immobili contro rischio sismico. Evitare pianificazione e burocrazia a ogni costo sull’edificabilità, con regole più chiare e semplici non sfruttabili dalla criminalità.
Ingroia – Piano delle piccole opere: 100mila iniziative sul territorio condivise con i cittadini. Piccole dimensioni e trasparenza nella realizzazione delle opere contro la criminalità e il consumo di suolo. Non dice con quali risorse.
6.Qual è la sua opinione sull’Agenda Digitale approvata dal precedente governo e quali sono le sue proposte concrete per la diffusione della banda larga in tutto il Paese?
Bersani – Accelerare copertura in fibra ottica, dare accesso più diffuso alla banda larga, piano strutturale straordinario modulando investimenti pubblici e privati. Indirizzare gli operatori verso l’interesse nazionale, incentivare la concorrenza. Programmare fondi europei per connessioni in fibra di scuole e ospedali entro fine 2020, almeno 3 miliardi.
Giannino – Agenda digitale poco incisiva sulla digitalizzazione della PA, serve più concorrenza per la realizzazione delle infrasftutture.
Ingroia – L’infrastruttura di rete è un bene comune di interesse nazionale, favorire investimenti per ammodernarla insieme con le “ante azioni previste dall’Europa” contro il divario digitale.
7.La legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita è stata messa in discussione più volte negli ultimi mesi, con diverse sentenze tra cui quella della Corte di Strasburgo. Si impegnerà ad adeguare questa legge alla giurisprudenza italiana ed europea? Qual è invece la sua posizione a proposito del testamento biologico?
Bersani – Incoraggiare, sostenere e rispettare la ricerca, ma con valutazione efficace dei rischi reali (non potenziali). Stretta collaborazione tra scienza e politica sui temi etici e giuridici che ne derivano. No a eutanasia con ruolo attivo del medico. Correggere legge 40, ponendo fine al “turismo procreativo”: nuove norme per riportare la fecondazione artificiale senza ricorrere all’estero, ma non entra nel merito.
Giannino – Legge 40 va adeguata ai principi europei. Lo Stato non deve essere monopolista etico sul fine vita, tornare al rapporto privato tra medico e paziente.
Ingroia – Abrogare la legge 40, regolamentare il testamento biologico e il fine vita, ma non dice come.
8.Data l’importanza della scienza e della tecnologia nella società contemporanea, quali misure intende adottare, anche a livello scolastico, per favorirne lo sviluppo e contrastare anche il diffuso analfabetismo scientifico e matematico?
Bersani – Educare alla creatività e allo studio a partire dai problemi, stimolando la curiosità scientifica, a partire dalla scuola dell’infanzia. Risposta nel complesso molto generica.
Giannino – Riqualificare il sistema educativo per migliorare la preparazione scintifica. Incentivare festival, convegni, competizioni scolastiche a tema scientifico. Valutare di continuo gli insegnanti, autonomia di scelta dei docenti per le scuole e per i loro stipendi (entro linee guida nazionali), competizione tra le scuole. Non fa riferimento a costi o risorse da usare.
Ingroia – Obbligo scolastico a 18 anni, ritiro riforma Gelmini e fine blocco organici. No a qualsiasi progetto di privatizzazione dell’istruzione, tecnologie a scuola, ma in modo organico e con risorse (non dice da dove).
9.Come pensa che il suo governo si debba occupare di modifiche climatiche causate dall’uomo? Quali interventi metterà in atto per la mitigazione e/o prevenzione dell’innalzamento dei gas serra?
Bersani – Raggiungere insieme con i paesi europei un accordo globale sul clima entro il 2015, puntare su tecnologie pulite come via per rilanciare anche lo sviluppo. Riqualificazione energetica nell’edilizia, incentivata da detrazioni fiscali, puntare di più sulle rinnovabili. Riduzione e ottimizzazione dei trasporti, maggiore impegno di regioni e comuni. Non ci sono riferimenti alle risorse economiche da impiegare.
Giannino – L’Italia fa parte di un gioco più grande europeo e globale sul tema, occorrono politiche nel lungo termine tese all’innovazione per ridurre le emissioni.
Ingroia – L’Italia deve sostenere una carbon tax in Europa, adattamento del territorio in vista degli effetti dell’aumento di 2 gradi della temperatura entro il 2100.
10.Qual è la sua posizione in merito all’uso di animali nella ricerca biomedica? Pensa sia corretto limitare l’uso di alcune specie animali a scopo di ricerca?
Bersani – I test sugli animali sono indispensabili, almeno fino a quando non ci saranno alternative scientifiche accettabili. Chiudere centri di ricerca che usano animali in Italia è un rischio: molte industrie farmaceutiche dovrebbero delocalizzare, il test su animali per i farmaci è un passaggio obbligato prima di quelli sugli uomini.
Giannino – La ricerca su animali è una parte fondamentale dei successi della ricerca medico-scientifica. Deve essere regolata, ma è necessaria.
Ingroia – Limitare l’uso di animali in sede di ricerca biomedica.
(foto: Bersani al CERN con Fabiola Gianotti – Ilaria Prili)
Un gruppo di giornalisti scientifici, blogger ed esperti ha avuto la bella idea di mettere insieme sei domande sulla scienza, che sono state pubblicate dalla rivista Le Scienze, indirizzate ai cinque candidati alle primarie del centrosinistra. Domande interessanti e complesse, con temi che spaziano dai progetti per rilanciare la ricerca in Italia agli OGM passando per il fine vita, cui non deve essere stato facile rispondere. Nonostante la difficoltà, tutti i cinque candidati hanno inviato le loro risposte alla rivista, che le ha pubblicate nella serata di ieri sul suo sito.
Leggendo, mi sono reso conto che le risposte di Pier Luigi Bersani, Laura Puppato, Matteo Renzi, Nichi Vendola e soprattutto di Bruno Tabacci sono molto discorsive e tirano in ballo un sacco di dati e informazioni superflue (spesso trascurandone altre), che non consentono di farsi una rapida idea di quali siano i loro progetti legati alla scienza per l’Italia. Ho provato ad asciugare e ridurre ai minimi termini le loro risposte, più che altro per mettere ordine tra le loro idee e le mie. Le trovate qui sotto, nello stesso ordine in cui sono pubblicate su Le Scienze, dove potete andare se vi interessa leggere le risposte per intero. Al fondo ho aggiunto anche un voto per ogni risposta, personale, trascurabile, per ricordami che cosa ho pensato alla lettura di ciascuna.
1.Quali politiche intende perseguire per il rilancio della ricerca in Italia, sia di base sia applicata, e quali provvedimenti concreti intende promuovere a favore dei ricercatori più giovani?
Bersani – Rilanciare rapporto tra imprese e ricerca per nuovi investimenti; la ricerca come chiave per ottenere produzione di alto livello; dare più spazi a ricercatori e università, ma non dice come. Voto: 7.
Puppato – Liberare ricerca da baronie e precarizzazione, stretto rapporto con le imprese, ma non dice come; rivedere il sistema dei brevetti in Europa e renderlo meno costoso. Voto: 6.
Renzi – Nuovo sistema di valutazione delle università, per premiare le migliori, con rilevazioni terze autorevoli; incentivi fiscali per i contributi alla ricerca; fondo nazionale che funzioni come i venture capital per investire nei progetti migliori. Voto: 7,5.
Tabacci – Risposta lunghissima e su tre linee: quantificazione delle risorse da dedicare, logiche di attribuzione e regole per il loro impiego; è lunga davvero, irriassumibile. Voto: 7.
Vendola – Portare i fondi per la ricerca verso la media europea del 2 per cento rispetto al PIL, ma non dice come; piano straordinario di assunzione dei ricercatori precari; più trasparenza nelle università; favorire la creazione di imprese innovative, ma non dice come. Voto: 5.
2.Quali misure adotterà per la messa in sicurezza del territorio nazionale dal punto di vista sismico e idrogeologico?
Bersani – Prevenzione; valutazioni del rischio affidate a commissioni indipendenti; riunificare competenze frammentate; basta condoni; piano di investimenti per sicurezza nelle scuole, per attuare interventi in aree a rischio e per incentivare fiscalmente le nuove soluzioni per la sicurezza, ma non dice con quali risorse. Voto: 7.
Puppato – Piano da 40 miliardi di euro per la messa in sicurezza del territorio, ma non dice da dove prendere le risorse; basta con la cultura delle emergenze. Voto: 4.
Renzi – Nel breve periodo nuovo servizio meteo-climatico nazionale e leggi per privilegiare la riqualificazione del già costruito, senza consumo di nuovo suolo; nel medio termine un piano per la manutenzione territoriale, coinvolgendo di più gli amministratori locali, ma non dice con quali risorse. Voto: 7.
Tabacci – Ridurre la frammentazione di competenze; coinvolgere soggetti con veste privata e funzioni pubbliche; puntare sui parchi naturali; le risorse si trovano con sgravi fiscali per le ristrutturazioni, fondi UE. Voto: 6,5.
Vendola – Piano straordinario di messa in sicurezza, manutenzione e tutela del territorio, ma non dice come e con quali risorse. Voto: 4.
3.Qual è la sua posizione sul cambiamento climatico e quali politiche energetiche si propone di mettere in campo?
Bersani – Potenziare il protocollo di Kyoto; nuovi incentivi per fonti rinnovabili; valorizzare la ricerca in molteplici campi energetici. Voto: 6.
Puppato – Rispettare il protocollo di Kyoto; taglio agli incentivi per i combustibili fossili. Voto: 5.
Renzi – Piano nazionale per l’adattamento per affrontare i cambiamenti già in atto e che sono inevitabili, con risorse anche da fondi UE; revisione patto di stabilità per gli investimenti su risparmio ed efficienza energetica e tutela del territorio; incentivi per rinnovabili da migliorare e da legare al medio-lungo periodo. Voto: 7,5.
Tabacci – Promuovere l’efficienza energetica; maggiore coinvolgimento dell’Italia nei progetti di ricerca sui modelli climatici, sui piani di mitigazione e di prevenzione; ridiscutere risorse fornite in sede UE; diversificazione delle fonti energetiche. Voto: 6,5.
Vendola – Pensare a futuro esclusivamente rinnovabile; liberalizzare lo scambio di energia rinnovabile tra produttori e consumatori; liberarsi “dal giogo delle bollette”; eolico in mare e geotermia a ciclo binario, ma non dice con quali risorse. Voto: 5,5.
4.Quali politiche intende adottare in materia di fecondazione assistita e testamento biologico? In particolare, qual è la sua posizione sulla legge 40?
Bersani – Distinguere tra la libertà di ricerca e i rischi reali dovuti ai risultati; no a eutanasia con ruolo attivo del medico; correggere legge 40, ideologica e odiosamente classista, ma non dice come; impegno a trovare linee guida di buona pratica per fecondazione assistita. Voto: 4,5.
Puppato – Rivedere legge 40, specie nella parte su fecondazione eterologa; registri per esprimere le proprie volontà sul fine vita. Voto: 8.
Renzi – Rivedere legge 40 e sue incoerenze; istituire un’autorità su modello anglosassone, libera di valutare i casi particolari; ognuno deve poter indicare fino a che punto intende essere sottoposto a terapie, nutrizione e idratazione artificiali. Voto: 9.
Tabacci – Riconoscere diritto degli embrioni; coordinazione nella UE sul tema della fecondazione; no al suicidio assistito; possibilità di respingere l’accanimento terapeutico, in cui non devono essere comprese idratazione e nutrizione artificiali. Voto: 3.
Vendola – Cancellare la legge 40 e farne una nuova; legge sul testamento biologico nel rispetto della libertà di scelta per il fine vita. Voto: 8.
5.Quali politiche intende adottare per la sperimentazione pubblica in pieno campo di OGM e per l’etichettatura anche di latte, carni e formaggi derivati da animali nutriti con mangimi OGM?
Bersani – Distinguere libertà di ricerca dall’impiego dei risultati; rilanciare la ricerca sugli OGM per non perdere il passo con gli altri paesi; imporre etichette anche per formaggi generici, che possono essere fatti con latte prodotto da mucche alimentate a OGM; più trasparenza sul tema senza preclusioni. Voto: 8,5.
Puppato – Italia deve restare OGM free; troppi rischi per contaminazione se si fa ricerca sugli OGM in Italia; etichette più chiare e complete. Voto: 2.
Renzi – Il futuro dell’agricoltura italiana non può essere legato agli OGM; settore agroalimentare in crescita grazie ai tanti prodotti di qualità made in Italy; sì a ricerca su OGM, ma principio di precauzione e c’è rischio contaminazione dei campi; trasparenza etichette. Voto: 5.
Tabacci – Prodotti italiani verso la qualità, non servono quindi gli OGM; spetta ai centri di ricerca e agli organismi di tutela fissare i criteri per sperimentazioni in sicurezza; etichette più complete. Voto: 5.
Vendola – Puntare alla qualità, gli OGM non servono alla nostra agricoltura; sperimentazione solo in laboratorio per non avere contaminazione; trasparenza sulle etichette. Voto: 4.
6.Qual è la sua posizione in merito alle medicine alternative, in particolare per quel che riguarda il rimborso di queste terapie da parte del SSN?
Bersani – Distinguere tra i diversi tipi di “medicina alternativa”, che devono comunque soddisfare criteri sperimentali condivisi; non ha senso rimborso indistinto con SSN; la politica si deve basare sulle prove della scienza per decidere; vedere anche come fanno all’estero, fermo restando il metodo scientifico. Voto: 9.
Puppato – L’omeopatia ha dimostrato di essere utile; assimilare i farmaci omeopatici a quelli tradizionali è un dovere; basta preclusioni sull’omeopatia; farmaci omeopatici prescrivibili attraverso SSN. Voto: non classificato.
Renzi – Non ci sono i termini per prevedere rimborso da parte del SSN; distinguere tra discipline bionaturali del benessere e settore medico-sanitario; normare l’esercizio delle discipline stabilendo standard minimi. Voto: 8,5.
Tabacci – Nessuna deroga al metodo scientifico; tenere al centro enti di verifica e certificazione dei farmaci; nel SSN solo se fossero inserite nella farmacopea. Voto: 7,5.
Vendola – Percorso di verifica scientifica per “medicina alternativa” pari a quello per la medicina tradizionale; incoraggiare innovazione nel settore, ma per trovare chiare evidenze scientifiche; meglio inserire altre cose nel SSN, prima. Voto: 7,5.
Ieri il segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani, ha finito il suo comizio alla Festa Democratica di Reggio Emilia chiamando sul palco e prendendo in braccio una bambina. Bimbi in braccio ai politici, un grande classico.