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Sregolati

Il governo presenta infine l’orrido decreto per mettere una pezza agli errori commessi dal Pdl durante la presentazione delle liste nel Lazio e in Lombardia e subito scatta la litania: fanno ciò che pare a loro, non rispettano le norme, cambiano le regole a loro piacimento e a loro vantaggio. Sveglia, gente, sono almeno 15 anni che fanno così.

Per Mr B. e la sua combriccola, le regole sono uno stupido impiccio, dei fastidiosi “lacci e lacciuoli” da eliminare o piegare a proprio uso e consumo. I controlli per la gestione dei cantieri rallentano la messa in opera degli stessi? Basta un bel decreto per fare tutto in deroga e ignorare le regole e il gioco è fatto. Emergenze ed eventi urgenti sono cose diverse? Altro piccolo comma e risolvi la questione, guadagni tempo e a quel paese le norme. Poi se le opere costano il triplo o si coagulano casi di corruzione pazienza, il gioco senza regole ha i suoi rischi. Smontando le regole o piegandole alle tue necessità puoi conquistare gli spazi per controllare le televisioni, entrare in possesso dei gruppi editoriali, evitare i processi e così discorrendo.

Alla luce degli ultimi anni e delle trovate di chi governa, non stupisce poi tanto il decreto interpretativo (sic) da poco approvato per spezzare a metà il legame fondamentale tra forma e sostanza, che sta alla base dell’applicazione delle regole. Il nuovo provvedimento sposta ulteriormente l’asticella, offrendo un messaggio devastante per chi si adopera ogni giorno per rispettare quell’impianto di norme che consente agli individui di convivere e di costruire una società.

Ognuno può giocare mettendo in campo la propria strategia, ma deve rispettare le medesime regole adottate dagli altri giocatori, altrimenti addio gioco. Questa è una regola universale che un governo da sempre attaccato al particolare fatica a comprendere.