Site icon cattivamaestra

Silenzio sul Darfur

Darfur_3

Sono decine le guerre dimenticate che quotidianamente riguardano questo mondo. Dal 2003 nel Darfur, regione occidentale del Sudan, si sta consumando uno dei più duri conflitti del continente africano. La maggioranza nera è costantemente sobillata dalla minoranza araba dei Janjaweed, torbidamente appoggiati dal governo sudanese, che mirano al controllo della regione con continue e numerose scorribande.

Nel Darfur non si sta consumando semplicemente una guerra, ma un genocidio. In meno di tre anni il conflitto ha causato la morte di 300.000 persone e prodotto oltre due milioni di sfollati. Eppure, di questa tragedia umanitaria si parla pochissimo, le televisioni italiane hanno dedicato all’argomento poco più di un paio d’ore nel 2006. Sulle reti Rai siamo arrivati al paradosso che per sentire parlare di Darfur sia necessario guardare la serie statunitense ER – Medici in prima linea, unico programma ad aver affrontato – con un episodio monografico – il problema, dopo mesi di silenzio del servizio pubblico.

Si stima che ogni giorno trenta milioni di italiani guardino un telegiornale, ma meno di un terzo sappia che cosa stia accadendo in Sudan. Gianni Riotta (Tg1), Mauro Mazza (Tg2), Antonio Di Bella (Tg3), Emilio Fede (Tg4), Carlo Rossella (Tg5), Andrea Giordano (StudioAperto), Antonello Piroso (TgLa7), dove siete? Non esistono solamente i flirt dei principini d’Inghilterra.

Alcuni mesi fa è partita l’iniziativa Italian Blogs for Darfur, dal cui sito è possibile inviare un appello agli organi di informazione italiani affinché venga dedicata maggiore attenzione al genocidio che sta interessando il cuore dell’Africa. Sulla situazione politica sudanese si possono avere le opinioni più disparate, ma 300.000 morti non sono un’opinione. Sono una catastrofe.

Link
+
Italian Blogs for Darfur (IB4D), da cui è possibile sottoscrivere l’appello ai media italiani. Sempre sul blog è disponibile un kit per aggiungere al proprio sito un banner per pubblicizzare l’iniziativa.