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È arrivato Timbuktu!

Da poche ore sull’App Store potete scaricare il primo numero di Timbuktu per iPad, la rivista per bambini di Elena Favilli (Editor in Chief), che scrive anche sul Post, e di Francesca Cavallo (Creative Director), che fa la regista di teatro e centomila altre cose. L’applicazione è gratuita e potete scaricarla da qui.

Timbuktu Magazine è stato realizzato grazie al contributo di Working Capital 2010 di Telecom Italia, che ha premiato il progetto di Elena lo scorso anno con un finanziamento per la creazione del primo numero della rivista. Il magazine è prodotto con codice aperto (HTML5) e quindi in futuro potrà essere pubblicato anche per altri tablet, come quelli che usano Android, il sistema operativo di Google.

Il primo numero è dedicato al ghiaccio. Ci sono le interviste agli animali che popolano i poli, il cartone animato di un tricheco, la storia di una incredibile macchina per fare il ghiaccio, i quiz sul freddo e la fotostoria della neve. Poi ci sono le rubriche di domande, i consigli per inventare nuovi giochi e l’affascinante racconto del censimento in India.

Elena la spiega così:

«Volevamo fare una rivista digitale dove i bambini potessero trovare il meglio della ricerca sull’immagine per bambini e il meglio delle potenzialità di interazione offerte dall’iPad. E volevamo farne un posto in cui potessero coltivare la loro curiosità e la loro incredibile forza».

Francesca, invece, così:

«Le notizie di solito sono considerate qualcosa che appartiene solo agli adulti, qualcosa di troppo serio perché possa interessare ai bambini. Noi pensiamo invece che quello che succede ogni giorno nel mondo sia estreemamente importante per loro e abbia un enorme potenziale come strumento di crescita e comprensione delle cose. I bambini non amano soltanto le principesse e i draghi. Amano soprattutto esercitare la loro immaginazione per capire e conoscere meglio il mondo che li circonda».

Timbuktu è in inglese ed è quindi pronto per i bambini di mezzo mondo, iPad dei genitori permettendo. E per i bambini italiani può essere un ottimo sistema per imparare e perfezionare il loro inglese.

Alcune cose legate alla navigazione e alla semplicità d’uso del magazine possono essere ancora migliorate, ma del resto si tratta di un numero zero che richiede la dovuta indulgenza. Le potenzialità per un simile prodotto sono enormi e sono nelle mani di persone capaci ed entusiaste. E questo potrà fare la differenza. In bocca al tricheco.