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cattivamaestra

il blog di emanuele menietti

libri e poesia

«Non scrivo per i bambini. Scrivo e basta»

14 Maggio 2012

La scorsa settimana è morto lo scrittore e illustratore Maurice Sendak, autore del fantastico romanzo per ragazzi “Nel paese dei mostri selvaggi“. Secondo il New York Times è stato il più importante autore di libri per bambini del ventesimo secolo, e in effetti basta sfogliare una delle sue avventure per rendersi conto del grande talento che le aveva fatte nascere. Sendak era anche burbero e scontroso, ma gli piaceva scherzare, come dimostrò a inizio anno concedendo un’intervista molto divertente a Stephen Colbert.

Se la prese con il candidato alle primarie repubblicane Newt Gingrich (“è un idiota di gran fama”), diede a Colbert qualche consiglio su come diventare un autore di libri per ragazzi di successo (“hai già iniziato a esserlo facendo l’idiota, è la prima cosa da fare”), commentò uno dei disegni di Colbert (“lo lascerei così com’è perché ha qualcosa di delicato e di irrazionale, e ha anche un qualcosa di terribilmente ordinario”), ma soprattutto spiegò qualcosa sull’essere così famoso e apprezzato grazie ai suoi libri per ragazzi:

Non scrivo per i bambini. Scrivo e basta. Poi qualcuno dice “Questo è per i bambini”. […] Non mi sono dato da fare per rendere felici i bambini. O per rendergli la vita migliore. O ancora per rendergliela più facile… Mi piacciono tanto quanto gli adulti. Forse un pochino di più perché gli adulti non mi piacciono per niente.

Posted in: libri e poesia Tag: colbert report, maurice sendak, stephen colbert

Acca

29 Febbraio 2012

Non ero l’unico ad avere l’incubo dell’acca maiuscola alle elementari, come ammettevo qui l’altro giorno. Salta fuori che anche Marco Lodoli aveva i suoi problemi con quella lettera, come racconta nel suo Il rosso e il blu (Einaudi):

Ricordo come fosse adesso il dramma che derivò dalla prima acca maiuscola, quella lettera assurda che forse oggi più nessuno saprebbe ripetere. […] Ho la matita in mano. […] Provo a scrivere la mia acca maiuscola. Sbaglio, cancello con la gomma bianca. Provo di nuovo, cancello. Provo provo provo, cancello cancello cancello. Il foglio in quel punto si assottiglia, si assottiglia sempre di più e poi, orrore!, si apre un buco vertiginoso. Cerco di coprirlo con la mano, ma so che non ho alcuna speranza di farla franca, lo so benissimo.

Posted in: libri e poesia, pillole Tag: marco lodoli, scuola

Un pallido puntino azzurro

26 Aprile 2011

Pale_Blue_DotAdam Winnik studia Arti applicate e design allo Sheridan College, in Canada, e per la sua tesi finale ha deciso di illustrare un estratto del libro Pale Blue Dot del divulgatore scientifico Carl Sagan. Il “piccolo puntino azzurro” cui fanno riferimento il titolo del libro e l’animazione di Winnik è il nostro Pianeta fotografato venti anni fa a grande distanza da una sonda spaziale.

Nel 1990 Sagan propose alla NASA di far scattare una fotografia della Terra dalla sonda Voyager 1 che si trovava a circa sei miliardi di chilometri di distanza e in viaggio verso i confini del Sistema Solare. La foto, votata come una delle 10 migliori immagini scientifiche dello spazio di tutti i tempi, mostra un minuscolo punto azzurro nel buio del cosmo, la nostra casa. Quell’immagine così suggestiva ispirò profondamente Sagan e lo spinse a scrivere una serie di interessanti riflessioni sulla nostra esistenza su quel piccolo punto solitario nello spazio.

Winnik ha così selezionato uno dei passaggi più celebri del libro, letto direttamente da Sagan in un vecchio reading, ci ha aggiunto una colonna sonora di Hans Zimmer, che non guasta mai, e ha poi creato l’animazione.

From this distant vantage point, the Earth might not seem of any particular interest. But for us, it’s different. Consider again that dot. That’s here. That’s home. That’s us. On it everyone you love, everyone you know, everyone you ever heard of, every human being who ever was, lived out their lives. The aggregate of our joy and suffering, thousands of confident religions, ideologies, and economic doctrines, every hunter and forager, every hero and coward, every creator and destroyer of civilization, ever king and peasant, every young couple in love, every mother and father, hopeful child, inventor and explorer, every teacher of morals, every corrupt politician, every “superstar”, every “supreme leader”, every saint and sinner in the history of our species lived there — on a mote of dust suspended in a sunbeam.

The Earth is a very small stage in a vast cosmic arena. Think of the rivers of blood spilled by all those generals and emperors so that, in glory and triumph, they could become momentary masters of a fraction of a dot. Think of the endless cruelties visited by the inhabitants of one corner of this pixel on the scarcely distinguishable inhabitants of some other corner, how frequent their misunderstandings, how eager they are to kill one another, how fervent their hatreds.

Our posturings, our imagined self-importance, the delusion that we have some privileged position in the Universe, are challenged by this point of pale light. Our planet is a lonely speck in the great enveloping cosmic dark. In our obscurity, in all this vastness, there is no hint that help will come from elsewhere to save us from ourselves.

The Earth is the only world known so far to harbor life. There is nowhere else, at least in the near future, to which our species could migrate. Visit, yes. Settle, not yet. Like it or not, for the moment the Earth is where we make our stand.

It has been said that astronomy is a humbling and character-building experience. There is perhaps no better demonstration of the folly of human conceits than this distant image of our tiny world. To me, it underscores our responsibility to deal more kindly with one another, and to preserve and cherish the pale blue dot, the only home we’ve ever known.

Posted in: libri e poesia, scienza Tag: adam winnik, carl sagan, nasa, pale blue dot, video, voyager 1

Con totale indifferenza

22 Aprile 2011

Oggi Rita Levi Montalcini compie 102 anni. E in un periodo in cui si parla tanto del ruolo della donna nella nostra società e di questi giovani bamboccioni che non combinano nulla e compagnia bella, mi piace ricordarla con queste sue parole. Auguri.

Il messaggio che invio, e credo anche più importante di quello scientifico, è di affrontare la vita con totale disinteresse alla propria persona, e con la massima attenzione verso il mondo che ci circonda, sia quello inanimato che quello dei viventi. Questo, ritengo, è stato il mio unico merito. Io dico ai giovani: non pensate a voi stessi, pensate agli altri. Pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare, e non temete niente. Non temete le difficoltà: io ne ho passate molte, e le ho attraversate senza paura, con totale indifferenza alla mia persona.

Per conoscere meglio l’affascinante normalità di una persona come Rita Levi Montalcini c’è il libro autobiografico Elogio dell’imperfezione, edito da Garzanti.

Posted in: libri e poesia, scienza Tag: compleanno, donne, elogio dell'imperfezione, rita levi montalcini

È arrivato Timbuktu!

4 Aprile 2011

Da poche ore sull’App Store potete scaricare il primo numero di Timbuktu per iPad, la rivista per bambini di Elena Favilli (Editor in Chief), che scrive anche sul Post, e di Francesca Cavallo (Creative Director), che fa la regista di teatro e centomila altre cose. L’applicazione è gratuita e potete scaricarla da qui.

Timbuktu Magazine è stato realizzato grazie al contributo di Working Capital 2010 di Telecom Italia, che ha premiato il progetto di Elena lo scorso anno con un finanziamento per la creazione del primo numero della rivista. Il magazine è prodotto con codice aperto (HTML5) e quindi in futuro potrà essere pubblicato anche per altri tablet, come quelli che usano Android, il sistema operativo di Google.

Il primo numero è dedicato al ghiaccio. Ci sono le interviste agli animali che popolano i poli, il cartone animato di un tricheco, la storia di una incredibile macchina per fare il ghiaccio, i quiz sul freddo e la fotostoria della neve. Poi ci sono le rubriche di domande, i consigli per inventare nuovi giochi e l’affascinante racconto del censimento in India.

Elena la spiega così:

«Volevamo fare una rivista digitale dove i bambini potessero trovare il meglio della ricerca sull’immagine per bambini e il meglio delle potenzialità di interazione offerte dall’iPad. E volevamo farne un posto in cui potessero coltivare la loro curiosità e la loro incredibile forza».

Francesca, invece, così:

«Le notizie di solito sono considerate qualcosa che appartiene solo agli adulti, qualcosa di troppo serio perché possa interessare ai bambini. Noi pensiamo invece che quello che succede ogni giorno nel mondo sia estreemamente importante per loro e abbia un enorme potenziale come strumento di crescita e comprensione delle cose. I bambini non amano soltanto le principesse e i draghi. Amano soprattutto esercitare la loro immaginazione per capire e conoscere meglio il mondo che li circonda».

Timbuktu è in inglese ed è quindi pronto per i bambini di mezzo mondo, iPad dei genitori permettendo. E per i bambini italiani può essere un ottimo sistema per imparare e perfezionare il loro inglese.

Alcune cose legate alla navigazione e alla semplicità d’uso del magazine possono essere ancora migliorate, ma del resto si tratta di un numero zero che richiede la dovuta indulgenza. Le potenzialità per un simile prodotto sono enormi e sono nelle mani di persone capaci ed entusiaste. E questo potrà fare la differenza. In bocca al tricheco.

Posted in: internet e media, libri e poesia Tag: app store, bambini, elena favilli, francesca cavallo, ipad, rivista, timbuktu, timbuktu magazine

Un libro in due

25 Febbraio 2011

«Ne scriviamo uno insieme?»
Quando mio padre mi chiese di scrivere un libro con lui stava vuotando la lavastoviglie. In mano un paio di piatti, in mente l’idea per un nuovo libro e già il titolo di qualche capitolo, forse. Lo guardai sorpreso, avevo da poco consegnato la tesi e l’idea di rimettermi a fare ricerche e scrivere non mi esaltava, così esitai a rispondere.
«Allora, che ne dici?»
Era arrivato il turno delle forchette e dei cucchiai, intanto. Ricordo di essermi seduto sul tavolo, aggrappato sul bordo, e di avergli chiesto se fosse sicuro di volerlo fare con me. Gli ricordai che di libri ne aveva già scritti tanti, che scriverne uno in due non è semplice, tanto più se uno dei due è tuo figlio e se l’altro è tuo padre, che ci sarebbe voluto tempo e chi lo sa dove sarei stato da lì a qualche mese. Posò un mestolo, poi si girò e mi sorrise.

Il Risorgimento nelle vie di Torino è nato così, nella cucina di casa in un giorno di primavera di qualche anno fa. È cresciuto nelle biblioteche di mezzo Piemonte, nello studio di mio padre, su qualche taccuino, su un paio di computer, sui treni tra Torino e Milano e nelle lunghe passeggiate sotto i portici della città.

Nel libro raccontiamo come si viveva a Torino nell’Ottocento, in un periodo storico pieno di fermenti che avrebbero portato alla proclamazione della città a capitale di un’Italia riunificata, seppure a fatica e tra molte contraddizioni. Per ricostruire le vicende risorgimentali abbiamo preparato itinerari che consentono di ritrovare le tracce di quel periodo tra i monumenti, i palazzi, le piazze, i caffè storici della città e la storia dei personaggi più importanti dell’epoca. Infine, siamo andati alla ricerca delle cronache di allora sui giornali, le gazzette e i periodici satirici, per riscoprire il Risorgimento con gli occhi di chi ogni giorno si ritrovava a discutere di politica, di guerra e di un paese da mettere insieme.

Il libro è uscito verso la fine dello scorso anno, può essere acquistato in libreria o sul sito dell’editore, o su IBS o su Feltrinelli o su qualche altra libreria online, e sta arrivando alla prima ristampa. Oggi, insieme a Piergiuseppe, che è mio padre, lo presento alla FNAC di via Roma alle 18.00.

Posted in: libri e poesia, torino Tag: emanuele menietti, il punto, libro, piergiuseppe menietti, risorgimento, risorgimento nelle vie di torino, torino

Il giro dei diversi settori che insieme costituiscono l’intera o parte dell’organizzazione che ti dà lavoro

10 Dicembre 2010

Paolo Nori legge per il Post l’inizio del libro di Georges Perec che si intitola L’arte e la maniera di affrontare il proprio capo per chiedergli un aumento. Senza una virgola.

[audio:http://www.ilpost.it/paolonori/files/2010/12/nori_perec_01.mp3|titles= Nori legge Perec]
Posted in: libri e poesia Tag: aumento, georges perec, il post, paolo nori, podcast

«Ma che interessante! Ma non c’è freddo? Ma cosa si mangia?»

23 Ottobre 2010

Paolo Nori ha aperto un blog sul Post. Non ci scriverà sopra, ma preparerà dei podcast come quello qua sotto. Se volete, potete saltare i preamboli e andare al minuto 2:55 per avere una risposta alla fondamentale domanda: perché Nori ha studiato russo?

[audio:http://www.ilpost.it/paolonori/files/2010/10/nori_podcast_01.mp3|titles=Nori – Come mai ho studiato russo]

Posted in: libri e poesia Tag: il post, paolo nori, podcast, russo

Giallo Costanzo

4 Marzo 2010

Durante la scorsa estate, Maurizio Costanzo ha snocciolato per Sorrisi e Canzoni TV una serie a dir poco imbarazzante di racconti gialli legati al mondo dello spettacolo. Con una prosa poco curata e in numerosi passaggi aliena alla consecutio temporum, il baffuto del Parioli raccontava le indagini del protagonista Nero Costanzo alle prese con improbabili assassini e intrecci degni dei giochetti investigativi della Settimana Enigmistica. Una iniziativa a dir poco campata in aria, ma anche un pericoloso precedente.

Mondadori ha, infatti, deciso di affidare la direzione della propria gloriosa collana Il Giallo Mondadori a Maurizio Costanzo. La collana che ha dato il nome allo stesso genere poliziesco in Italia sarà gestita dall’onnipresente giornalista catodico, che ha da poco ammesso di non essere «un appassionato di letteratura gialla» e di essersi avvicinato al genere per confezionare gli estemporanei raccontini estivi per Sorrisi. Per i Gialli si prospetta un futuro Nero.

Hanna & Barbera firmarono i Jetsons, ma nessuno alla NASA pensò di assumere i due produttori…

Posted in: libri e poesia Tag: costanzo, giallo, libri, mondadori, sorrisi e canzoni

A spasso con Holden

1 Febbraio 2010

Una mappa per passeggiare tra le street e le avenue di Manhattan sulle tracce di Holden Caulfield. L’idea non è nuova, ma la recente versione dell’itinerario preparata sul sito web del New York Times non è male.

map jd salinger nyt

Per ricordare la scomparsa di J. D. Salinger, il celebre quotidiano statunitense ha dedicato un’ampia serie di articoli e approfondimenti sull’autore e sul romanzo The Catcher in the Rye. Sul blog City Room del giornale, James Barron ha scritto un interessante post sulla New York descritta da Salinger attraverso la parole del racconto di Holden. Gli spostamenti del protagonista del romanzo sono stati ricostruiti da Peter G. Beidler, che un paio di anni fa ha pubblicato il volumetto A Reader’s Companion to J. D. Salinger’s “The Catcher in the Rye”.

La Manhattan del racconto è naturalmente molto diversa dalla città dei giorni nostri. La McBurney School citata da Holden nel racconto e frequentata da Salinger, per esempio, ha chiuso i battenti verso la fine del 1988, mentre il Biltmore Hotel dove il protagonista attende l’appuntamento delle due è stato riconvertito una quindicina di anni fa per ospitare uffici e non più sontuose camere d’albergo.

Per chi ha letto il libro e conosce un po’ New York (e non teme di essere travolto dalla nostalgia qui oltreoceano) o per chi non ha ancora calcato i marciapiedi di Manhattan, la mappa del NYTimes si rivela un ottimo strumento per pianificare una nuova visita nella grande mela in compagnia di Salinger.

Posted in: libri e poesia, viaggi Tag: giovane holden, itinerario, manhattan, mappa, new york times, salinger
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