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Miss Mapple

Nel post precedente ho scritto che le nuove mappe di Apple – che hanno sostituito quelle di Google su iPhone e iPad – non sono poi così male, che fanno il loro dovere specialmente nelle indicazioni passo-passo e che sono comunque (ovviamente) perfettibili. Ho proposto qualche schermata per mettere a confronto la vecchia app delle mappe con quella nuova, mostrando che danno sostanzialmente le stesse informazioni, seppure con scelte grafiche differenti. Molti hanno risposto sostenendo che a loro non piacciono, o che in diversi casi non sono così affidabili come quelle di prima, basate sui dati forniti da Google.

Anche dopo aver usato le mappe per qualche giorno e averci passato un po’ di tempo sopra, continuo a essere convinto che il nuovo sistema sia come avevo detto: una buona, migliorabile, alternativa alle mappe di Google. Ma là fuori, specialmente sui siti di notizie di tecnologia, si continua a discuterne molto e sarebbe assurdo far finta di niente. Per poterne parlare con un minimo di razionalità, però, bisogna lasciare da parte tutte quelle obiezioni facili che avevo cercato di sgonfiare nel post precedente. Cose come: le nuove mappe sono brutte, preferivo le altre, i punti di interesse non mi piacciono, sono diverse, le rivoglio come prima. Un problema c’è, ma è più profondo.

Le mappe servono per mostrare in modo semplificato uno spazio e le relazioni tra le diverse componenti al suo interno. Per determinare se sono aderenti alla realtà, e quindi affidabili, di solito verifichiamo le informazioni che ci danno usando come metro di paragone i luoghi che conosciamo bene, e in cui abbiamo imparato a muoverci e a orientarci. Milioni di persone lo hanno fatto in questi giorni dopo aver installato iOS6 sui loro iPhone e iPad, ed è capitato che alcuni siano rimasti delusi perché il nuovo sistema a volte si incarta. Succede, per esempio, con i numeri civici delle vie. Sono disallineati di diversi metri e di conseguenza danno la percezione di avere davanti una mappa poco affidabile.

Quelli di Google ebbero lo stesso grattacapo con le loro prime versioni di Google Maps (a dirla tutta il problema – con margini di errore inferiori – a volte persiste ancora oggi, fate qualche prova): non erano precise perché avevano fatto molto affidamento sui sistemi automatici per mappare il mondo, ottenendo risultati poco accurati. Le cose iniziarono a migliorare solo quando fu introdotto nella ricetta per fare buone mappe un nuovo ingrediente, vecchio come il cucco: l’essere umano. Mettere insieme le informazioni geografiche per le mappe è un lavoro complicato e per diversi aspetti artigianale, che richiede un sacco di controlli e verifiche della qualità del prodotto che viene realizzato. Tutto diventa ancora più complesso se si ha l’obiettivo di mappare il mondo intero. Google lo fa investendoci enormi risorse, impiegando migliaia di persone e avendo imparato da alcuni errori compiuti nel passato. Gli stessi che, secondo molti, sono stati compiuti ora da Apple.

Come scrivevo nell’altro post, la situazione non è così tragica, se si considera il livello di informazioni e di dettagli che danno le nuove mappe. Il problema, semmai, è che ci vorrà tempo per averle migliori di come sono adesso o per dotarle di servizi innovativi (che è poi su questo aspetto che si misura la concorrenza con ciò che ha da offrire Google).

Mike Dobson di TeleMapics l’ha spiegato chiaramente sul suo blog: per dare un servizio migliore, Apple dovrà ripartire praticamente da zero, investendo molte più risorse nel settore che si occupa delle mappe. Dovrà assumere nuovo personale con molta esperienza nel campo delle informazioni geografiche e dovrà mettere anche in piedi un centro di controllo qualità per rendere più accurate le informazioni. Sarà anche necessario introdurre un sistema per permettere ai milioni di persone che usano iPhone e iPad di segnalare facilmente un’imprecisione nelle mappe, come fa TomTom con i suoi navigatori satellitari. (Apple ha un sacco di soldi in cassa, quelli di TomTom, da cui prende i dati per le mappe, potrebbe anche comprarseli.)

Apple ha già iniziato ad assumere nuovo personale, ex impiegati di Google Maps compresi, per migliorare la sua applicazione, e ha risposto alle critiche riconoscendo che le nuove mappe sono agli inizi e che c’è ancora da lavorarci sopra. Il problema, come dicevo, è che ci vorrà tempo e i ritardi su uno dei più importanti e usati servizi sugli smartphone poi si pagano.

ps. In molti nei commenti all’altro post hanno segnalato questo tumblr dove sono raccolti alcuni svarioni delle mappe di Apple. Ma non è che dimostri un granché. Cose simili circolano da tempo anche sul servizio di Google, fatevi un giro sul motore di ricerca cercando “google maps fail”.
pps. Con iOS6 e le nuove mappe, sono anche cambiate le cose per gli sviluppatori, quelli che fanno le applicazioni, con conseguenze poco piacevoli, come racconta Simone Tolomelli.
ppps. Le informazioni sui punti di interesse sono ottenute da Yelp, che non sempre ha dati molto coerenti. Il problema, se non trovate il vostro locale preferito o non lo trovate nel posto giusto sulle mappe di Apple, deriva anche da Yelp. Poi si può sempre discutere sull’opportunità di affidarsi quasi esclusivamente a un simile servizio per avere informazioni su negozi, bar, ristoranti e compagnia.