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il blog di emanuele menietti

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Miss Mapple

24 Settembre 2012

Nel post precedente ho scritto che le nuove mappe di Apple – che hanno sostituito quelle di Google su iPhone e iPad – non sono poi così male, che fanno il loro dovere specialmente nelle indicazioni passo-passo e che sono comunque (ovviamente) perfettibili. Ho proposto qualche schermata per mettere a confronto la vecchia app delle mappe con quella nuova, mostrando che danno sostanzialmente le stesse informazioni, seppure con scelte grafiche differenti. Molti hanno risposto sostenendo che a loro non piacciono, o che in diversi casi non sono così affidabili come quelle di prima, basate sui dati forniti da Google.

Anche dopo aver usato le mappe per qualche giorno e averci passato un po’ di tempo sopra, continuo a essere convinto che il nuovo sistema sia come avevo detto: una buona, migliorabile, alternativa alle mappe di Google. Ma là fuori, specialmente sui siti di notizie di tecnologia, si continua a discuterne molto e sarebbe assurdo far finta di niente. Per poterne parlare con un minimo di razionalità, però, bisogna lasciare da parte tutte quelle obiezioni facili che avevo cercato di sgonfiare nel post precedente. Cose come: le nuove mappe sono brutte, preferivo le altre, i punti di interesse non mi piacciono, sono diverse, le rivoglio come prima. Un problema c’è, ma è più profondo.

Le mappe servono per mostrare in modo semplificato uno spazio e le relazioni tra le diverse componenti al suo interno. Per determinare se sono aderenti alla realtà, e quindi affidabili, di solito verifichiamo le informazioni che ci danno usando come metro di paragone i luoghi che conosciamo bene, e in cui abbiamo imparato a muoverci e a orientarci. Milioni di persone lo hanno fatto in questi giorni dopo aver installato iOS6 sui loro iPhone e iPad, ed è capitato che alcuni siano rimasti delusi perché il nuovo sistema a volte si incarta. Succede, per esempio, con i numeri civici delle vie. Sono disallineati di diversi metri e di conseguenza danno la percezione di avere davanti una mappa poco affidabile.

Quelli di Google ebbero lo stesso grattacapo con le loro prime versioni di Google Maps (a dirla tutta il problema – con margini di errore inferiori – a volte persiste ancora oggi, fate qualche prova): non erano precise perché avevano fatto molto affidamento sui sistemi automatici per mappare il mondo, ottenendo risultati poco accurati. Le cose iniziarono a migliorare solo quando fu introdotto nella ricetta per fare buone mappe un nuovo ingrediente, vecchio come il cucco: l’essere umano. Mettere insieme le informazioni geografiche per le mappe è un lavoro complicato e per diversi aspetti artigianale, che richiede un sacco di controlli e verifiche della qualità del prodotto che viene realizzato. Tutto diventa ancora più complesso se si ha l’obiettivo di mappare il mondo intero. Google lo fa investendoci enormi risorse, impiegando migliaia di persone e avendo imparato da alcuni errori compiuti nel passato. Gli stessi che, secondo molti, sono stati compiuti ora da Apple.

Come scrivevo nell’altro post, la situazione non è così tragica, se si considera il livello di informazioni e di dettagli che danno le nuove mappe. Il problema, semmai, è che ci vorrà tempo per averle migliori di come sono adesso o per dotarle di servizi innovativi (che è poi su questo aspetto che si misura la concorrenza con ciò che ha da offrire Google).

Mike Dobson di TeleMapics l’ha spiegato chiaramente sul suo blog: per dare un servizio migliore, Apple dovrà ripartire praticamente da zero, investendo molte più risorse nel settore che si occupa delle mappe. Dovrà assumere nuovo personale con molta esperienza nel campo delle informazioni geografiche e dovrà mettere anche in piedi un centro di controllo qualità per rendere più accurate le informazioni. Sarà anche necessario introdurre un sistema per permettere ai milioni di persone che usano iPhone e iPad di segnalare facilmente un’imprecisione nelle mappe, come fa TomTom con i suoi navigatori satellitari. (Apple ha un sacco di soldi in cassa, quelli di TomTom, da cui prende i dati per le mappe, potrebbe anche comprarseli.)

Apple ha già iniziato ad assumere nuovo personale, ex impiegati di Google Maps compresi, per migliorare la sua applicazione, e ha risposto alle critiche riconoscendo che le nuove mappe sono agli inizi e che c’è ancora da lavorarci sopra. Il problema, come dicevo, è che ci vorrà tempo e i ritardi su uno dei più importanti e usati servizi sugli smartphone poi si pagano.

ps. In molti nei commenti all’altro post hanno segnalato questo tumblr dove sono raccolti alcuni svarioni delle mappe di Apple. Ma non è che dimostri un granché. Cose simili circolano da tempo anche sul servizio di Google, fatevi un giro sul motore di ricerca cercando “google maps fail”.
pps. Con iOS6 e le nuove mappe, sono anche cambiate le cose per gli sviluppatori, quelli che fanno le applicazioni, con conseguenze poco piacevoli, come racconta Simone Tolomelli.
ppps. Le informazioni sui punti di interesse sono ottenute da Yelp, che non sempre ha dati molto coerenti. Il problema, se non trovate il vostro locale preferito o non lo trovate nel posto giusto sulle mappe di Apple, deriva anche da Yelp. Poi si può sempre discutere sull’opportunità di affidarsi quasi esclusivamente a un simile servizio per avere informazioni su negozi, bar, ristoranti e compagnia.

Posted in: tecnologie Tag: apple, google, google maps, mappe apple, yelp

In difesa delle mappe Apple

20 Settembre 2012

Da ieri è possibile scaricare iOS 6, l’ultima versione del sistema operativo di Apple per iPhone e iPad, e questo lo sapevamo. Ha un sacco di nuove opzioni e funzionalità, dall’integrazione con Facebook a Siri in italiano (che fa ancora pochissime cose e in modo confuso), e anche questo era noto. Sapevamo anche che Apple per la prima volta da quando esiste l’iPhone ha deciso di lasciar perdere le mappe di Google, sostituendole con una sua applicazione alternativa per slegarsi dalla società che gestisce anche il motore di ricerca e che ha più che altro interesse a usare le sue applicazioni come “ambasciatrici” di Android sui sistemi della concorrenza. Lo sapevamo, se ne era parlato e si sapeva anche come sarebbero state le nuove mappe, ma apriti cielo.

Nelle ultime ore sono saltate fuori lamentele da tutte le parti, tra siti di notizie, blog tecnologici, social network e compagnia. Trovare qualcuno a cui sono piaciute le nuove mappe, uno dei servizi più importanti e usati sugli smartphone, sembra essere praticamente impossibile. Anche gli stessi siti che si occupano esclusivamente di cose Apple, spesso con modi di fare che superano il fanatismo, hanno faticato a nascondere una certa delusione per come è fatta la nuova applicazione e per la povertà di informazioni che offre.

C’è chi non è contento per la grafica utilizzata da Apple, chi non trova più le cose con la stessa facilità con cui le trovava prima e chi ancora non ha capito come funzionano. Leggendo in giro mi sono comunque fatto l’idea che per molti il vero problema di fondo è che le nuove mappe di Apple non sono le mappe di Google. Ed è vero: non sono più la cosa che milioni di persone hanno usato sui loro smartphone per cinque anni, ma non è detto che questo sia un male. (Tutta la faccenda la dice lunga su quanto siamo di frequente refrattari al cambiamento, ma questa è un’altra storia.)

Questa è l’area centrale di Milano: a sinistra è come appare con le mappe di Apple, a destra con quelle classiche di Google.

C’è lo stesso groviglio di strade minuscole di sfondo, ci sono le aree verdi che sono i parchi cittadini e le vie più grandi in evidenza (gialle per Google, bianche per Apple). Quelle di Apple danno l’idea di essere meno dettagliate, ma non lo sono: i contenuti sono semplicemente più rarefatti perché hanno scale diverse. Inoltre, rispetto alle classiche mappe di Google, mostrano i nomi delle diverse aree della città e hanno un dettagli più accurato della grandezza delle vie principali: in proporzione sono segnalate molte più strade di questo tipo, in modo ben visibile e con un grado di dettaglio tale da farsi al volo un’idea dell’area in cui ci si trova.

Questa è un’area di Milano con più zoom, di nuovo, a sinistra come appare con le mappe di Apple, a destra con quelle di Google.

Il livello di zoom è più o meno simile, Apple non mostra le forme degli edifici (lo fa a ingrandimenti più ravvicinati), ma in compenso dà una scala più realistica delle vie secondarie, cosa che le mappe di Google non fanno, mostrando strade molto più grandi di quanto non siano in realtà. Insomma, le prime sono più realistiche, le seconde mirano a una maggiore praticità (schermo piccolo, vie più grosse di quanto non lo sono, ma più visibili). Entrambe danno comunque le stesse informazioni, sensi unici compresi e in molti casi il “less is more” scelto da Apple funziona di più, dove ci sono diversi livelli stradali che si intersecano, per esempio.

E queste sono le mappe a confronto con le indicazioni dei punti di interesse (di nuovo, a sinistra Apple a destra Google).

Non sono indicati tutti gli stessi locali perché, per entrambe le mappe, le indicazioni cambiano a seconda del livello di zoom. Per buona parte dei locali in entrambi i casi ci sono informazioni aggiuntive cliccando sulle loro icone. In questo caso, è vero, Google se la cava meglio perché ha alle spalle l’enorme quantità di informazioni del suo motore di ricerca. Apple dà comunque informazioni come recensioni e numeri di telefono dei punti di interesse attraverso il servizio Yelp. (Niente di pazzesco, ma è interessante notare che in questo caso le mappe di Google si sono perse un naviglio.) Le informazioni sui trasporti pubblici sono in fase di sviluppo e per ora servono applicazioni aggiuntive esterne, dove esistono. Va comunque ricordato che quelle di Google in molte città non sono un granché affidabili.

Il passaggio alle nuove mappe ha anche consentito ad Apple di introdurre una nuova funzione (su iPhone 4S e 5, su iPad 2 e nuovo iPad) per avere le indicazioni passo-passo per andare da un posto a un altro, come su un comune navigatore. Non è una cosa da poco conto e non sarebbe stata possibile rimanendo con Google, che esercitava un certo controllo sulla sua applicazione (le mappe su Android hanno il navigatore da tempo). Il navigatore funziona bene anche grazie all’accordo con TomTom e viene da chiedersi quanti di quelli che hanno criticato la nuova applicazione l’abbiano in effetti già provato.

Le mappe di Apple hanno anche il vantaggio di essere vettoriali. Facendola semplice: significa che si caricano e si ingrandiscono più rapidamente di quelle di Google, e sono anche più semplici da navigare. Se fai ruotare due dita sullo schermo, la mappa si orienta di conseguenza, cosa che con la app di Google non si poteva fare. I nomi delle vie, inoltre, si adattano al nuovo orientamento e quindi sono sempre leggibili, altra cosa che non si poteva fare sulla app di Google quando si usava l’opzione per orientarle con la bussola.

Infine, Apple ha introdotto una nuova opzione per vedere i panorami in tre dimensioni con un livello di dettaglio notevole. Al momento funziona solo con alcune città (in Italia ci sono di sicuro Milano e Roma), ma la società è al lavoro per estendere il servizio ad altri luoghi.

Una vista di Milano.

Le mappe 3D non sostituiscono naturalmente Street View, il sistema di Google per vedere le mappe con fotografie a 360 gradi a livello stradale, ma danno comunque una buona idea della zona in cui ci si trova. E comunque pensateci: quante volte avete usato Street View sul vostro iPhone per trovare un posto? (Qui in redazione al Post nessuno, ma ora so che salterà qualcuno fuori nei commenti coi suoi ma come, ma io, ma certo.) Per trovare un luogo servono le mappe, quelle disegnate e nemmeno con le foto satellitari. Facciamo affidamento su quelle, il resto sono cose di contorno che per ora non si sono rivelate così utili, figurarsi indispensabili. Lo diventeranno quando i sistemi della cosiddetta realtà aumentata saranno stati perfezionati: a quel punto punteremo il telefono verso un luogo e il telefono sovrapporrà sull’inquadratura informazioni su strade, locali e via discorrendo (Nokia ci sta provando, molto).

Nel complesso le nuove mappe sono un passo avanti per Apple e lo saranno anche per chi usa gli smartphone. Sistemi diversi portano a più concorrenza, a inventarsi nuovi servizi e altre innovazioni. Sta già succedendo. Stiamo entrando in una nuova fase della cosiddetta guerra degli smartphone. Con il progressivo superamento dei problemi sui brevetti legati all’hardware (ci vorrà ancora un po’), il campo del confronto sono ora i contenuti – gli ecosistemi, come dicono quelli che la sanno lunga – e le mappe sono un’area fondamentale per gli smartphone.

E quindi? Le mappe di Apple sono migliori di quelle di Google? No, ma non sono nemmeno peggio. Per stessa ammissione della società sono perfettibili di sicuro e ci vorrà un po’ di tempo, ché lavorare con le informazioni geografiche a un simile livello di dettaglio non è per nulla semplice. Soprattutto, comunque, sono una cosa diversa e nuova. Terminato il momento di disperazione, anche quelli superscettici si abitueranno al nuovo sistema, o se ne faranno una ragione. Gli irriducibili, intanto, vivranno con la speranza che Google faccia una sua app di mappe per iPhone, che hai visto mai.

Aggiornamento del 28 settembre 2012
Tim Cook, che Apple la dirige, dopo giorni e giorni di polemiche su ste benedette mappe ha scritto una lettera aperta con le sue scuse per come è fatta la nuova applicazione. La trovate qui.

Posted in: tecnologie Tag: apple, google, ipad, iphone, mappe, mappe apple
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