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il blog di emanuele menietti

berlusconi

Cafonazzo

25 Marzo 2010

Dopo l’ingeneroso e pessimo «È sempre più bella che intelligente» indirizzato dal Cavaliere, di nome e non di fatto, a  Rosy Bindi adesso tocca a Mercedes Bresso. Nel corso di un comizio al Lingotto, Berlusconi si è prodotto in questa notevole perla di cavalleria:

Sapete perché la Bresso è sempre di cattivo umore? Perché al mattino quando si alza e si guarda allo specchio per truccarsi, si vede. E così si è già rovinata la giornata.

Per nulla intimorita dal cafone di Arcore, la presidente della Regione Piemonte, in cerca del secondo mandato alle imminenti elezioni regionali, ha scelto la via dell’ironia per rispondere a tono:

Verrebbe da dire che è solo una battuta mal riuscita, per due motivi: prima di tutto perché, per la verità, io sono sempre di buon umore, è difficile trovare una mia foto in cui non sia sorridente. E poi perché quanto a trucco, ne uso poco, ne ho meno bisogno di Berlusconi. Sono più giovane e meglio conservata, anche senza lifting. Certo, a parte gli scherzi, sono sempre più esterrefatta dell’indecente qualità della loro campagna elettorale.

Bresso ha ragione, il livello è ormai infimo e il tizio che solo qualche giorno fa predicava l’amore dal palco di piazza San Giovanni (Roma), e si dichiarava vittima dell’odio, non risparmia gli attacchi personali per sopperire alla mancanza di argomenti e di programmi politici degni di questo nome.

Il premier dimostra, inoltre, di non avere buona memoria e di riciclare in continuazione le stesse battute mediocri come un disco rotto. La tiritera sul rovinarsi la giornata guardandosi al mattino allo specchio era già stata utilizzata da Berlusconi appena due settimane or sono nel goffo tentativo di zittire un contestatore nel corso di una conferenza stampa.

È tempo di aggiornare il repertorio o di farsi furbi.

Posted in: politica Tag: berlusconi, elezioni regionali, insulti, mercedes bresso, piemonte

Dentro la notizia, ma in un angolo

22 Gennaio 2010

Il piccolo show del Cavaliere tra i bambini abruzzesi di cui scrivevo ieri è solo una faccia della medaglia. Il video che segue mostra l’altra metà della concezione di democrazia che ha in mente il nostro.

Del filmato non colpisce solamente l’arroganza di chi gestisce l’evento, ma anche l’indolenza della maggior parte dei giornalisti cui viene fortemente limitata la possibilità di compiere il proprio mestiere. Qualcuno si lamenta destando l’ilarità di qualche altro collega, che evidentemente ormai sa come funziona e si accontenta della pappa pronta preparata dal servizio audio/video approntato dalla Presidenza del Consiglio. Un servizio molto caro, almeno a giudicare dalle rivelazioni fornite la scorsa settimana dall’Espresso nell’inchiesta “Silvio, quanto ci costi” (si parla di decine di migliaia di Euro per la gestione di un solo evento lo scorso settembre).

Il premier, i bambini e l’occhio complice delle telecamere insieme per costruire l’evento, i giornalisti da parte per non disturbare troppo in scena. Roba da rivalutare il giornalismo embedded in Iraq nel 2003.

Posted in: internet e media, politica Tag: abruzzo, bambini, berlusconi, giornalismo, scuola, video

Cielo a pecorella

6 Ottobre 2009

La discussione davanti alla Corte Costituzionale, chiamata a esprimersi sulla Legge Alfano, ha assunto oggi toni peculiari.

ghedpec

L’avvocato del premier, Niccolò Ghedini:

La legge è uguale per tutti, ma non necessariamente lo è la sua applicazione.

L’avvocato Gaetano Pecorella:

Il premier non è “primus inter pares” come vuole la tradizione liberale, ma “primus super pares”.

 

Posted in: pillole, politica Tag: berlusconi, consulta, ghedini, lodo alfano, pecorella

Un cinegiornale in prima serata

16 Settembre 2009

Cinegiornale
Onna, L’Aquila
«Accolto da una folla di festanti cittadini, il presidente indirizza il suo sorriso amichevole e bonario a un gruppo di bambini prima di volgere lo sguardo altero alla nuova struttura pronta per ospitare il nuovo modernissimo asilo nido. Il discorso dell’uomo che tutto può per la patria è seguito dal cristiano intervento del vescovo, ascoltato con rispettosa attenzione dal magnanimo presidente. Ma non v’è tempo da perdere, tanto ancora è da mostrare e inaugurare per la gioia delle genti astanti.

«Insieme al sommo vate del giornalismo, il presidente mostra all’attento occhio della telecamera l’immenso cantiere approntato per dare una casa alle popolazioni terremotate. Tutto è realizzato con millimetrica precisione e nessun dettaglio viene tralasciato dalle sapienti manovalanze, che lavorano alacremente per realizzare i progetti personalmente rivisti e siglati dal presidente. Egli tutto sa e tutto conosce delle costruzioni in muratura e illustra con dovizia di tecnicismi gli accorgimenti astutamente escogitati per rendere le abitazioni di nuovissima generazione immuni al più forte dei terremoti conosciuti da queste italiche terre.

«Varcato l’uscio di una di queste casupole finemente costruite, il presidente mostra al grande giornalista ogni particolare delle abitazioni tosto realizzate con sapientissima mano. In ogni stanza trovano posto arredi di primissima scelta personalmente selezionati dal multiforme e acuto ingegno del salvatore di queste terre. Egli stesso apre uno stipetto, saldamente incastonato nelle solide pareti dell’edificio, affinché all’occhio dello spettatore non sfugga la presenza di tegami, pentole e altre stoviglie di foggia finissima donate a ogni singolo nucleo familiare. Di grande bellezza e sopraffina tecnologia è anche il refrigeratore, pronto per accogliere i cibi e le bevande che saranno di altissimo conforto per i nuovi inquilini.

«Niente viene trascurato dal presidente mentre esce dal cantiere. Una stretta di mano vigorosa e colma di gratitudine per ogni manovale, un sorriso deferente per le donne accorse festanti e un buffetto per i bambini, speme della nazione.

«La giornata di gloria volge ora al termine, mentre il pallido sole di un tramonto settembrino sfiora lieve il cantiere e proietta l’ombre verso le terre risorte grazie al presidente. Egli ha donato un futuro a queste terre. Egli è il futuro.»

Posted in: politica Tag: abruzzo, berlusconi, cinegiornale, onna, porta a porta, rai, raiuno, satira, terremoto, vespa

“Perché io so’ io e voi…”

10 Settembre 2009

La domanda fatta oggi da un giornalista della testata spagnola el Pais si riallaccia a quanto scrivevo ieri e a quanto si chiedono ormai da settimane i giornali di mezzo mondo: «Presidente, considerato lo scandalo delle escort, non ha mai pensato di dimettersi?». Domanda secca e facile, facile. Berlusconi ci mette quasi dieci minuti per rispondere.

Tra le perle del Cavaliere:

– (Al giornalista che chiede ragguagli sullo scandalo escort) Lei è invidioso eh?

– Abbiamo molte turiste straniere che hanno prenotato per le vacanze del prossimo anno.

– Tra i maschi qui presenti alzi la mano a dire che non è una cosa gradevole quella di sedersi a un tavolo e invece di trovarsi soltanto persone lontane dall’estetica se invece gli occhi si possono posare su delle presenze femminili gradevoli e simpatiche. (Per farla semplice: fa il guardone)

– In un caso, una di queste persone ha attenato a me e risponderà davanti ai giudici italiani. (Chiamerà a testimoniare anche il letto di Putin)

– Ho deciso di dare il via a delle cause per la libertà di stampa contro la calunnia e la mistificazione e la diffamazione. (E chiedere due milioni di Euro di danni aiuta tantissimo la libertà dei giornali…)

– Sono il recordmend come presidente del consiglio. (una D in omaggio)

E infine:

– Credo di essere stato e di essere di gran lunga il miglior presidente del consiglio che l’Italia abbia potuto avere nei 150 anni della sua storia. (Anche il miglior faraone)

Molto eloquente l’espressione del premier Zapatero, durante la non-risposta fiume di Berlusconi, traducibile in un: “Ma dove caspita sono finito?”. Eh.

Posted in: politica Tag: berlusconi, el pais, escort, giornali, intervista, scandalo, zapatero

Per sentirti dire micio bello e bamboccione

9 Settembre 2009

Non posso consentire che i miei errori nel privato possano rovinare il lavoro di così tante persone. Lungo il corso della mia vita pubblica, ho sempre insistito – credo correttamente – sul fatto che le persone debbano rispondere della loro condotta. Posso e voglio chiedere  niente di più di questo a me stesso. Per questa ragione, mi dimetto.

Sono le parole che usò Spitzer. Quello che si è dimesso.

Posted in: politica Tag: berlusconi, escort, politica, prostituzione, scandalo, spitzer, tarantini
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