Con uno di questi trabiccoli, Google ha fotografato vialetti e sentieri dei giardini della reggia di Venaria Reale, ora percorribili virtualmente con Street View. Sposti l’omino sulla mappa e puoi visitare i giardini a pochi chilometri da Torino.
Quelli di Google hanno anche provveduto a fotografare altri monumenti e palazzi di rilevanza storica e culturale del nostro paese. Se vi capita, un salto dalle parti di Venaria fatelo.
Piero Fassino oggi ha annunciato ufficialmente la sua candidatura per le prossime amministrative di Torino. Il claim della sua campagna elettorale sarà “Gran Torino”. Come il film di Clint Eastwood e il nome di un’automobile prodotta a partire dalla fine degli anni Sessanta. Dalla Ford.
Roberto Cota è il nuovo presidente della Regione Piemonte e, OK, ieri ho dimostrato di non averla presa benissimo. L’amarezza per la sconfitta di Mercedes Bresso rimane, ma a distanza di alcune ore dal fatal verdetto delle urne inizia a subentrare la rassegnazione. Un presidente leghista abbiamo e ce lo dobbiamo tenere per almeno cinque anni, salvo Giacobbo non abbia ragione e il mandato finisca prematuramente come il resto del mondo nel 2012. Se la prospettiva è questa, meglio Cota, ovviamente.
Il centrodestra ha già governato il Piemonte in passato e la Regione che diede i natali all’unità nazionale è rimasta in piedi. Enzo Ghigo (Forza Italia) portò a casa due mandati, governando dal 1995 al 2005, anno nel quale la provincia di Torino gli giocò un brutto scherzo elettorale facendo tramontare la possibilità di un terzo mandato. I cialtroni nel corso del decennio Ghigo in Regione non mancarono, ma non impedirono di preparare le Olimpiadi o di mantenere in piedi uno dei migliori sistemi sanitari della Penisola.
Nel corso del proprio mandato, Bresso ha ottenuto importanti risultati, ma forse è mancata la capacità di comunicare agli elettori quanto fatto in cinque anni di lavoro. Tra qualche anno, del periodo di governo della Bresso si ricorderà lo scandalo Soria, mentre in pochi ricorderanno la determinazione con la quale la Zarina si è battuta negli ultimi mesi per liberalizzare il sistema ferroviario regionale o per sostenere lavoratori e famiglie in difficoltà.
Intorpidito dalla crisi, il Piemonte non ha recepito pienamente i passi avanti realizzati dalla Bresso e ha di conseguenza faticato ad appassionarsi al lavoro e ai risultati ottenuti. La regione è in uno stato di torpore, l’arrivo di Cota potrebbe giovare al risveglio o al repentino infarto al suono della sveglia. Incrociamo le dita.
Il nuovo presidente della Regione Piemonte ha annunciato la propria vittoria prendendo a male parole Mercedes Bresso e con Borghezio al proprio fianco. Non aggiungo altro. Anzi sì. Che schifo.
Dopo l’ingeneroso e pessimo «È sempre più bella che intelligente» indirizzato dal Cavaliere, di nome e non di fatto, a Rosy Bindi adesso tocca a Mercedes Bresso. Nel corso di un comizio al Lingotto, Berlusconi si è prodotto in questa notevole perla di cavalleria:
Sapete perché la Bresso è sempre di cattivo umore? Perché al mattino quando si alza e si guarda allo specchio per truccarsi, si vede. E così si è già rovinata la giornata.
Per nulla intimorita dal cafone di Arcore, la presidente della Regione Piemonte, in cerca del secondo mandato alle imminenti elezioni regionali, ha scelto la via dell’ironia per rispondere a tono:
Verrebbe da dire che è solo una battuta mal riuscita, per due motivi: prima di tutto perché, per la verità, io sono sempre di buon umore, è difficile trovare una mia foto in cui non sia sorridente. E poi perché quanto a trucco, ne uso poco, ne ho meno bisogno di Berlusconi. Sono più giovane e meglio conservata, anche senza lifting. Certo, a parte gli scherzi, sono sempre più esterrefatta dell’indecente qualità della loro campagna elettorale.
Bresso ha ragione, il livello è ormai infimo e il tizio che solo qualche giorno fa predicava l’amore dal palco di piazza San Giovanni (Roma), e si dichiarava vittima dell’odio, non risparmia gli attacchi personali per sopperire alla mancanza di argomenti e di programmi politici degni di questo nome.
Il premier dimostra, inoltre, di non avere buona memoria e di riciclare in continuazione le stesse battute mediocri come un disco rotto. La tiritera sul rovinarsi la giornata guardandosi al mattino allo specchio era già stata utilizzata da Berlusconi appena due settimane or sono nel goffo tentativo di zittire un contestatore nel corso di una conferenza stampa.
È tempo di aggiornare il repertorio o di farsi furbi.
Mentre in numerose regioni italiane si bada ai ricorsi, ai controricorsi e ai decreti interpretativi, in Piemonte il confronto tra Mercedes Bresso e Roberto Cota inizia a farsi serrato. I due candidati sono stati protagonisti di un faccia a faccia, a dire il vero alquanto noioso, condotto da Giovanni Floris per alcune settimane orfano di Ballarò.
Nonostante la contrapposizione e le diverse prese di posizioni, nella sostanza Bresso e Cota propongono agli elettori del Piemonte programmi simili con non pochi punti di ambiguità, specialmente sul nucleare, la sanità e il delicato tema dell’alta velocità. I due si distinguono comunque nell’impostazione della campagna elettorale: la Zarina è più propositiva e critica le scelte centrali del governo, del quale fa parte lo stesso Cota, mentre il leghista opera una costante critica nei confronti dell’operato da presidente della Bresso e offre soluzioni a tratti strampalate e al limite del populismo.
Anche la comunicazione online dei due candidati differisce sensibilmente. Cota ha un sito web un poco raffazzonato e offre tramite YouTube una serie di video caserecci e poco curati, Bresso invece ha fatto realizzare una serie di filmati molto validi e accattivanti, ma poco pubblicizzati. Lo spot sulle soluzioni per migliorare il trasporto pendolare su rotaia, tema molto sentito dalle migliaia di studenti e lavoratori che quotidianamente si muovono in regione in treno, è stato visualizzato meno di 300 volte in tre giorni. Avanti Piemonte, ma con calma.
In vista delle elezioni regionali, Termometro Politico ha da poco pubblicato un interessante studio per valutare il peso dei partiti a seconda delle dimensioni dei centri urbani. L’analisi considera 5 fasce di popolazione per comuni con una ripartizione tra 0 e 5.000 abitanti, tra 5.001 e 15.000 abitanti, tra 15.001 e 50.000 abitanti, tra 50.001 e 250.000 abitanti e oltre i 250.000 abitanti. I dati utilizzati sono principalmente quelli delle europee dello scorso anno, i risultati vanno dunque presi con le molle.
credit: TermometroPolitico.it
Tra le tredici regioni prese in esame, il Piemonte merita attenzione non solo per il campanilismo del tenutario di questo blog, ma anche per gli spunti interessanti offerti dalle sensibili differenze nel peso di alcuni partiti a seconda delle dimensioni dei comuni. La Lega Nord, per esempio, passa dai 20,39 punti dei comuni con meno di 5mila abitanti ai 9,56 punti nelle aree urbane come Torino con oltre 250mila abitanti. Quasi 11 punti di differenza che riconfermano il radicamento territoriale del partito nelle realtà medio-piccole. Un dato che il candidato leghista alla presidenza Roberto Cota non dovrà trascurare.
Un fenomeno di riduzione analoga, ma maggiormente contenuto, si verifica anche per il Popolo della Libertà che perde quasi 5 punti nel passaggio dalla prima all’ultima fascia presa in esame da Termometro Politico. Non a caso, nel 2005 il candidato di centrodestra Enzo Ghigo perse le elezioni principalmente a causa della prevalenza di consensi per Mercedes Bresso nella provincia di Torino. Il Partito Democratico è infatti meno forte nei comuni medio-piccoli (tra 20,7 e 26,7 punti) e guadagna maggior peso nella grande area urbana oltre i 250mila abitanti con 30 punti circa. Da notare la sostanziale tenuta dell’UDC, partito alleato con il centrosinistra per questa tornata nella regione.
Le alleanze in campo a sostegno di Cota e Bresso complicano ulteriormente il quadro, rendendo molto interessante e in bilico la sfida elettorale in Piemonte. La partita è appena ai nastri di partenza: all’apertura dei seggi mancano 38 giorni.