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Tarmageddon

Stasera risotto! Apri la credenza per prendere il pacco di riso e… “flap flap”, con la tranquillità degna del miglior santone Zen una tarma del cibo svolazza fuori dalla tua dispensa, dopo aver combinato chissà quante nefandezze su riso, pasta, cacao e compagnia bella. Che fare?

Il vero nome della tarma del cibo è “Plodia interpunctella”, vive praticamente a tutte le latitudini del globo terrestre ed è maggiormente attiva, nell’emisfero boreale, tra marzo e ottobre. Questa inquilina delle nostre dispense può deporre fino a 300 uova, da cui originano altrettante larve che – per crescere e svilupparsi – possono impiegare anche 41 settimane. Durante lo stadio larvale, i piccoli di tarma impiegano il loro tempo a mangiare e metabolizzare il cibo che trovano nelle nostre credenze.
I contenitori a tenuta ermetica non costituiscono un grande ostacolo per le tarme del cibo, che con abilità da contorsionisti riescono ugualmente ad infilarsi sotto al bordo delle guarnizioni, ricadendo poi nei contenitori dove possono trovare cibo in abbondanza.

Per risolvere il problema delle tarme del cibo, una nota multinazionale ha recentemente introdotto sul mercato un innovativo sistema per liberarci dalle colonie di questi insetti. Il principio alla base di questo nuovo prodotto è stato ideato dalla mente sadica di qualche ricercatore. È un foglietto adesivo che va assicurato su una parete interna della dispensa da disinfestare. Questo pezzo di carta, apparentemente innocuo, è irrorato con una sostanza chimica molto simile agli ormoni delle tarme e in grado di mandarne in tilt i recettori. Attirate dagli effluvi simil-ormonali, le “farfalline del cibo” rimangono intrappolate sulla superficie altamente adesiva del foglietto. E qui entra in scena il sadismo dell’inventore del sistema.

Come ho avuto modo di sperimentare sulla dispensa di casa, le tarme che rimangono intrappolate sul foglietto non muoiono subito. Il foglio adesivo, infatti, non è dotato di alcun insetticida per non contaminare i cibi, con cui si trova a contatto, con agenti chimici pericolosi per l’uomo. Ciò comporta una lunga agonia per le malcapitate tarme, che si contorcono sulla superficie adesiva strappandosi le ali e automutilandosi nel tentativo di sfuggire. Per l’estrema fatica alcune muoiono in poche ore, ma la maggior parte rimangono vive per intere giornate perendo molto lentamente di inedia.

Certo, mors tarmae vita mea. Ma ciò che maggiormente inquieta è aprire e ritrovarsi decine e decine di tarme ancora vive che lottano per staccarsi dal famigerato foglietto, ormai tappezzato da una fitta coltre di compagne rinsecchite.
Infine, se la vostra dispensa si trova vicino a una finestra, state pur certi che le tarme di passaggio – attirate dal potente simil-ormone – non disdegneranno una capatina in casa vostra attirate dal foglietto.