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il blog di emanuele menietti

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Non rompe niente e poi non macchia

29 Novembre 2013

crystal-ballRicordo nonno che comprava a me e mia sorella il tubetto di Crystal Ball davanti a scuola, in una cartoleria che in realtà era un lungo corridoio pieno di quaderni, gomme, matite e copertine di plastica, prime responsabili dell’odore che potevi respirare lì dentro. Ricordo la pasta lucida lucida e appiccicosa da mettere sul tubicino azzurro, la boccata d’aria che dovevi spararci dentro per iniziare a gonfiare il palloncino e quel lieve formicolio alle guance quando avevi finito. E poi la noia al terzo palloncino rosso gonfiato, il cesto dei giochi dove finiva il tubetto mezzo usato, con la pasta che si sarebbe seccata dopo qualche giorno. Passavano le settimane, poi la ricorrente musichetta della pubblicità di colpo ti ricordava dell’esistenza dei Crystal Ball e ti ritrovavi in cartoleria a prendere un altro tubetto, questa volta col cappuccio verde.

Oggi il Sole 24 Ore racconta che Crystal Ball non se la passa bene, che rischia il fallimento e solo ora scopro che l’azienda era, ed è, completamente italiana. L’idea dei palloncini venne a Claudio Basini, un chimico brianzolo, la produzione fu avviata nel 1968. L’azienda non ce la fa con le spese e ha organizzato una raccolta fondi online per acquistare un nuovo macchinario, che le consenta di produrre e mettere in vendita confezioni monodose per fare i palloncini. La raccolta inizierà il prossimo 5 dicembre su Eppela attraverso la vendita di kit che saranno spediti entro la fine del mese.

Posted in: spottime, timemachine Tag: cyrstal ball

Sull’11 settembre, si scherza?

11 Settembre 2012

Undici anni fa, dopo gli attentati dell’11 settembre, diversi conduttori dei programmi di intrattenimento serali negli Stati Uniti ebbero il difficile compito di tornare in onda, con le loro battute, la musica e i loro ospiti. Lo fecero, tra commozione e imbarazzo, spiegando che uno dei tanti modi per reagire a ciò che era successo era quello di tornare alla normale routine, alle cose che si facevano prima, quando il World Trade Center e un pezzo del Pentagono erano ancora in piedi. Le trasmissioni ripresero e per un bel po’ di tempo, in molti casi anni, praticamente nessuno ebbe il coraggio di fare qualche battuta sul tema. Arrivarono poi quelle sulle guerre in Afghanistan e in Iraq, sui terroristi e i talebani, ma sostanzialmente nulla – specialmente in televisione – sull’11 settembre.

Il problema era, e rimane: quando sarà passato tempo a sufficienza per poterci scherzare sopra? E: passerà mai tempo a sufficienza per poter fare battute sull’11 settembre? Continueremo a ripeterci “too soon”? Wikipedia ha una pagina sull’argomento, molto scarna e che dimostra quanto siano stati fino a ora pochi i casi in cui si è scherzato sugli attentati terroristici. E vai a sapere se sia un bene o un male.

Tra i pochi che ci hanno provato ci sono quelli di Family Guy (in Italia I Griffin), la serie di cartoni animati ideata da Seth MacFarlane. Negli ultimi anni hanno inserito alcune battute o brevi sketch legate all’11 settembre, molto surreali e divertenti. Insomma, sorridi e intanto ti senti strano perché lo stai facendo per qualcosa legato a una tragedia.

 

C’è un intero episodio di Family Guy che orbita sostanzialmente intorno all’11 settembre, si intitola Back to the Pilot ed è andato in onda negli Stati Uniti lo scorso novembre. Per una serie di eventi, Brian (cane) e Stewie (bambino) viaggiano indietro nel tempo prima del 2001 e il Brian dei giorni nostri confida al Brian del passato l’esistenza di un piano per una serie di attentati programmati per l’11 settembre del 2001.

Brian del passato diventa un eroe fermando gli attentatori, ma questo fa sì che George W. Bush non venga rieletto presidente e che inizi una seconda Guerra Civile con il Texas che si dichiara indipendente. La cosa finisce con una guerra nucleare e Brian e Stewie iniziano una serie di nuovi viaggi nel passato per risistemare le cose. Alla fine ci riescono e si danno con entusiasmo il cinque per aver fatto accadere l’11 settembre. Come ammettono i due, la sola frase presa fuori da ogni contesto potrebbe risultare offensiva, specialmente per chi non sa che hanno trascorso l’intero episodio a evitare una nuova guerra nucleare.

 

È un racconto assurdo e andrebbe preso per quello che è: un cartone animato con battute spesso efficaci, che dura 20 minuti e che non cambia come sono andate le cose, forse un poco il modo di vederle. Dopo la trasmissione dell’episodio ci sono state diverse critiche nei confronti degli autori dell’episodio e si è tornato a discutere del too soon sulle gag legate all’11 settembre, senza arrivare a una risposta convincente sul problema.

ps. Seth MacFarlane ha raccontato che il mattino dell’11 settembre 2001 avrebbe dovuto prendere un volo per Los Angeles dell’American Airlines da Boston. La sera prima aveva bevuto troppo e il suo agente di viaggio gli aveva comunicato pure un orario sbagliato di partenza del volo. Arrivò dieci minuti in ritardo all’aeroporto di Boston e perse l’aereo, che quindici minuti dopo la sua partenza fu dirottato dai terroristi e si sarebbe poi schiantato sulla torre Nord del World Trade Center.

Posted in: radio-e-televisione, timemachine Tag: 11 settembre, family guy, seth macfarlane, world trade center, wtc

Disneyland, nel 1956

29 Agosto 2012

Il nonno di Jeff Altman, un filmmaker statunitense (non il comico), nel 1956 fu tra i primi visitatori di Disneyland, il parco divertimenti aperto in California vicino Los Angeles dalla Disney nel luglio del 1955. Portò con sé una cinepresa B&H Filmo 16mm e fece alcune riprese del parco, che Jeff ha ritrovato qualche anno fa e riversato in digitale facendo un buon montaggio. I due brevi video circolano online da tre anni e sono stati ripresi di recente da Mashable. Nel primo filmato la nonna di Altman incontra anche Walt Disney, intento a bazzicare tra le giostre come se niente fosse.

La cosa davvero notevole è che il parco è ancora così oggi, per lo meno nel suo nucleo centrale. Mi ero già fatto questa idea quando lo visitai: se non sei un adolescente o un bambino in pieno trip da zuccheri (ce n’è ovunque, lì, e nel resto di quella cosa intorno a Disneyland che si chiama Stati Uniti), ti ritrovi a guardare le giostre d’epoca, che si differenziano molto da quelle moderne, e a immaginare di essere tornato cinquant’anni indietro nel tempo. Walt Disney per strada, però, non lo trovi più.

ps. C’è un altro video storico su Disneyland del 1956 molto famoso, dove compare anche un giovane Steve Martin, ma è un’altra storia.

Posted in: timemachine Tag: disney, disneyland, video d'epoca, walt disney

Man on the Moon

25 Agosto 2012

Sono uno di quelli che quando l’aeroplano si stacca dall’asfalto della pista per fare la cosa più innaturale per la nostra specie, volare, mal cela per qualche istante una certa apprensione. Eppure, se un giorno mi dicessero: ciccio, prendi la tuta e sali a bordo che in pochi giorni ti portiamo sulla Luna, non farei una piega e sarei ben contento di vivere qualche attimo (ore?) di terrore per mettere piede sul corpo celeste naturale più prossimo al nostro pianeta. Lo farei, tra le altre cose, per rispondere a una domanda che mi frulla in mente da anni quando penso alla prima passeggiata lunare nella storia dell’uomo: che cosa pensò Neil Armstrong quando si aprì il portello del LEM e scese la scaletta per diventare il primo essere umano a mettere piede sulla Luna?

In oltre 40 anni decine di giornalisti lo chiesero ad Armstrong, ma mi sono convinto che il primo uomo sulla Luna non abbia mai risposto sinceramente a quel tipo di domanda. E, ora che non c’è più, non sapremo mai che cosa passò davvero nella testa di una persona che sapeva di essere a un passo dall’entrare nella storia, grazie alla discesa su una scaletta distante almeno 360mila chilometri dalla Terra. A che cosa pensò veramente Armstrong mentre tutto il mondo ascoltava la sua voce e le sue comunicazioni con il centro di controllo della NASA sulla Terra?

Pensò alla sua infanzia a Wapakoneta in Ohio? Ai rischi che si era preso nell’affidare la sua vita e quella dei suoi compagni astronauti a una scatoletta di metallo ormai così lontana da casa? A cosa pensò veramente Armstrong mentre pronunciava la frase che lo avrebbe reso celebre in tutto il mondo, quella del piccolo passo per un uomo?

Mi piace pensare che lassù, a centinaia di migliaia di chilometri dalla Terra, Armstrong abbia ripensato alla prima volta in cui si staccò dal suolo. Era un altro 20 luglio, non quello del 1969, ma quello del 1936. Aveva sei anni e con il padre volò sull’Oca di latta, un Ford Tri-Motor prodotto dalla Ford a partire da metà degli anni Venti. Fu il suo primo volo e difficilmente all’epoca immaginò che un giorno sarebbe arrivato sulla Luna, con un’aquila al posto di un’oca nel simbolo della sua missione spaziale.

Pensò a tutto questo, Armstrong, quando scese dalla scaletta. O, forse, non pensò proprio a nulla.

Posted in: scienza, timemachine Tag: apollo xi, luna, neil armstrong, spazio

Il disastro del Challenger in Super 8

9 Marzo 2012

In questo periodo i video inediti del disastro dello Shuttle Challenger saltano fuori come funghi. Dopo quello che vi avevo segnalato a fine febbraio, l’Huffington Post ha da poco pubblicato un nuovo filmato girato questa volta su pellicola Super 8. Il video fu realizzato a pochi chilometri di distanza dalla rampa di lancio di Cape Canaveral in Florida da Jeffrey Ault, che all’epoca aveva 19 anni. Come accaduto ad altri video amatoriali analoghi sull’incidente, la pellicola è rimasta per decenni chiusa in una scatola senza essere vista. La scorsa settimana, dopo 26 anni, Ault l’ha ritrovata e l’Huffington Post l’ha diffusa oggi in esclusiva online.

Il filmato mostra le fasi immediatamente precedenti al lancio, la partenza dello Shuttle e la sua esplosione in cielo dopo 73 secondi di volo. Ault doveva avere affianco a sé alcuni spettatori italiani, le cui voci si sentono distintamente mentre commentano le fasi della partenza e l’incidente. Il video è probabilmente l’unica registrazione amatoriale del disastro realizzata su pellicola.

Posted in: scienza, timemachine Tag: challenger, nasa, shuttle, spazio, super 8

Il video inedito del Challenger

21 Febbraio 2012

Lo scorso luglio la NASA ha concluso il programma Shuttle dopo 40 anni di viaggi spaziali con la famosa astronave. La conclusione delle missioni con gli Shuttle è stata l’occasione per ricordare i tanti successi scientifici ottenuti negli anni e i gravi incidenti che causarono la distruzione del Columbia (2003) e del Challenger (1986). Il primo si disintegrò nella fase di rientro nell’atmosfera, mentre il Challenger esplose a 73 secondi dal lancio producendo un’enorme nube di fumo e fuoco che in molti si ricordano ancora oggi.

L’incidente del Challenger fu ripreso in diretta televisiva ed ebbe un fortissimo impatto sul programma spaziale degli Shuttle, che rimase fermo per due anni. A distanza di 26 anni dall’incidente, è da poco saltato fuori un nuovo video che mostra le fasi principali dell’incidente. Fu girato con una videocamera amatoriale da Bob Karman mentre si trovava in uno dei terminal dell’aeroporto di Orlando, a circa 80 chilometri di distanza dall’area di lancio dello Shuttle. Era di ritorno con la propria famiglia da Disney World. La figlia, che all’epoca aveva tre anni, oggi lavora per il New Scientist e ha permesso alla testata di pubblicare il video, rimasto inedito fino a ora.

Karman si ricordava di aver filmato l’incidente, ma non sapeva più dove fosse finita la videocassetta con le immagini. Nel febbraio del 2010 il Courier Journal di Louisville (Kentucky) aveva pubblicato un altro filmato amatoriale dell’incidente, realizzato da Jack R. Moss tra le abitazioni di un’area residenziale di Winter Haven. Il video fu reso pubblico pochi giorni prima della morte di Moss, che decise di donarlo allo Space Exploration Archive, una organizzazione non-profit di Louisville.

Posted in: scienza, timemachine Tag: challenger, nasa, shuttle

La storia di Babbo Natale, in breve

20 Dicembre 2011

Per entrare nello spirito del Natale, la settimana scorsa sul Post ci siamo occupati di Zwarte Piet, il servo nero di San Nicola. Il personaggio fa parte della tradizione pre-natalizia nelle Fiandre e nei Paesi Bassi ed è alla base di un annoso dibattito tra chi vorrebbe abolirlo, perché ritenuto offensivo e razzista, e chi invece lo difende insieme al resto delle tradizioni locali. Ed è da questi usi e da molti altri in giro per il mondo che è nato e si è diffuso il personaggio natalizio barbuto più conosciuto: Babbo Natale. (Gesù, dai, non te la prendere.)

C. G. P. Grey ha concentrato la storia di Babbo Natale in un video di meno di quattro minuti parlati svelti, come al solito, sfatando anche il mito della Coca-Cola e dei colori della divisa rossa e bianca.

Posted in: timemachine Tag: babbo natale, c. g. p. grey, natale

Come siamo arrivati a 7 miliardi

31 Ottobre 2011

Oggi per le Nazioni Unite è il Day of 7 Billion, il giorno in cui la popolazione del mondo raggiunge i sette miliardi di abitanti. Come abbiamo spiegato oggi sul Post, si tratta di una data simbolica perché è impossibile determinare con certezza la data di nascita del settemiliardesimo abitante del Pianeta. Potrebbe succedere adesso, o adesso, o domani, o tra sei mesi o forse è già successo, magari a luglio.

La cosa certa è che ci abbiamo messo meno di tredici anni per passare da sei a sette miliardi e che due secoli fa, su tutta la Terra, c’era solamente un miliardo di persone. Sono numeri enormi coi quali è difficile confrontarsi per farsi un’idea precisa di che cosa significhi essere così tanti al mondo, come non siamo stati mai. Quelli di NPR hanno riempito sette bicchieri di acqua colorata per rendere l’idea, e ci sono riusciti molto bene.

Posted in: timemachine, vita Tag: onu, popolazione mondiale

Liszt e il gatto pianista

22 Ottobre 2011

Duecento anni fa, proprio oggi, nasceva Franz Liszt. Per il bicentenario della nascita del grande compositore sono stati organizzati concerti, iniziative culturali e raccolte delle sue composizioni principali.

Giocando con le note musicali, Liszt ci ha lasciato spartiti fondamentali per la storia della musica ed è anche merito suo se tra il 1946 e il 1947 “The Cat Concerto”, un corto di animazione con Tom e Jerry, vinse un Oscar. La musica che Tom cerca in tutti i modi di suonare nonostante i sabotaggi di Jerry è la Rapsodia Ungherese n. 2.

Posted in: musica, timemachine Tag: franz liszt, oscar, rapsodia ungherse, tom & jerry

The flag was still there

11 Settembre 2011

Craig Ferguson ha 49 anni, è uno scozzese di Glasgow, è cittadino americano da tre anni e dal 2005 conduce sulla CBS il Late Late Show, il programma che ogni sera arriva dopo quello di David Letterman. Ha avuto una vita complicata con alti e bassi tra seri problemi di alcolismo e notevoli successi nel mondo dello spettacolo, vincendo con il suo programma anche un Peabody Award.

Dieci anni fa, a qualche giorno di distanza dagli attentati terroristici dell’11 settembre, diversi conduttori dei programmi di intrattenimento serali, come David Letterman e Jon Stewart, si trovarono nella difficile condizione di rompere il ghiaccio con il pubblico per riprendere i loro show, rimasti sospesi nella pesante atmosfera di lutto e shock dovuta agli attacchi e alle migliaia di persone morte alle Torri Gemelle, al Pentagono e in Pennsylvania. La riapertura degli show di intrattenimento era arrivata dopo giorni di discussioni e dibattiti sull’opportunità di tornare a ridere e scherzare in televisione. Non fu una cosa semplice.

All’epoca Ferguson non era ancora in onda, ma qualche anno dopo ebbe modo di raccontare un breve aneddoto sul giorno in cui negli studi della Warner Bros a Los Angeles era stata organizzata una breve cerimonia per ricordare le vittime degli attentati. Nella storia c’entra una bandiera, a stelle e strisce.

– Il dopo 11 settembre, David Letterman
– Il dopo 11 settembre, Jon Stewart

Posted in: radio-e-televisione, timemachine Tag: 11 settembre, cbs, craig ferguson, late late show, terrorismo
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